Una ricerca della Camera di commercio presenta dati ottimistici –forse troppo– sull’indotto dell’Esposizione universale

L'intento della ricerca era in effetti un altro: “creare una formula per misurare l'impatto di ogni grande evento, senza limitarsi al computo dei biglietti venduti”, ha spiegato il presidente della Camera di Commercio Carlo Sangalli, ma guardando piuttosto all'attrattività complessiva generata per il territorio ospitante e alla sua legacy, ovvero all'eredità in termini di immagine e di sviluppo economico.
Così, eccoci ai numeri: quanto agli impatti diretti (investimenti di Expo spa, costi di gesione e investimenti dei paesi partecipanti) la produzione aggiuntiva sarà di 3,4 miliardi; 15 miliardi verranno dall'indotto e dalle presenze turistiche, stimate in 20 milioni di persone, mentre 6,2 miliardi deriveranno dallo sviluppo economico e imprenditoriale generato da Expo, dalla valorizzazione del patrimonio immobiliare, dall'incremento del turismo.
A conti fatti, ovvero considerando le spese, ciò che rimmarrà in tasca alle imprese, e quindi auspicabilmente al territorio, saranno 10 miliardi e mezzo di euro.
Veniamo ora all'occupazione. La ricerca, come abbiamo detto, parla di 199.000 posti di lavoro. C'è però un ma, e non da poco: il professor Alberto Dell'Acqua, economista dell'università Bocconi che ha condotto lo studio, ha precisato che non si tratta di nuovi posti, ma semplicemente che, complessivamente, quasi 200.000 persone si occuperanno di Expo o di attività legate all'evento da qui al 2020. Che significa, naturalmente, che la maggior parte del lavoro verrà assorbito dal tessuto produttivo già esistente.
I numeri diventano più sfumati, quindi e l’ottimismo più tiepido. Ma restano ben maggiori di quanto aveva previsto sempre l'università Bocconi (questa volta attraverso il centro studi Certet) nel 2010. In quel caso lo studio, pur non completamente sovrapponibile a quello presentato ora, prevedeva, sempre fino al 2020, una media di 61.000 occupati l'anno, con un picco di 130.000 nel biennio 2013-2015. Anche altre previsioni erano più caute: considerando sempre gli investimenti diretti per Expo, quelli dei paesi esteri in vista della manifestazione, le presenze e lo sviluppo turistico, oltre agli investimenti esteri successivi, si arrivava a un totale di 7,3 miliardi di valore aggiunto, rispetto ai 10,5 che abbiamo ricordato.
“I numeri della ricerca, ha detto lunedì l'amministratore delegato di Expo Giuseppe Sala, rappresentano un'iniezione di entusiasmo e di ottimismo per l'intero sistema Italia”. Forse a fare la differenza rispetto alle cifre del 2010 è proprio l'effetto evento, con la manifestazione che ormai è a quasi due anni dal via, anche se il dubbio è che l'attendibilità dei conti fatti 'sulla carta' non sia così certa e che, appunto, i veri numeri si vedranno alla fine.
Una certezza sui soldi è comunque arrivata, in questa settimana, dal Comitato per la programmazione delle opere pubbliche di Roma. Il Cipe ha approvato il progetto definitivo per portare il passante ferroviario fino alla nuova fermata di Forlanini, con un intervento complessivo di 15,8 milioni di euro: 7,8 a carico dello stato, 4 di Regione Lombardia e 3,9 del Comune di Milano. Una fermata necessaria, quella di Forlanini, per collegare l'aeroporto di Linate alla città. Sfruttando, per l'ultimo miglio, proprio l’unico tratto della M4 che dovrebbe essere pronto per Expo: quello da Linate a viale Forlanini.
C. U.