Con la crisi gli introiti derivanti dagli oneri di urbanizzazione si sono ridotti al minimo. Ma c'è qualche segnale di ripresa

La percentuale dei proventi da oneri che è servita a coprire la parte corrente di bilanci ha spesso superato il 50% del totale, lasciando poche risorse per gli investimenti. E quando nel 2009 si è deciso di invertire il rapporto, destinando 'solo' 63 milioni alla spesa corrente, gli altri 72 sono andati a finanziare i lavori di un'opera importante come la M5.
Ora è comunque l'intera torta a disposizione ad essersi ridotta. “L'anno scorso è stato difficilissimo”, ha commentato l'assessore all'Urbanistica, De Cesaris, sul fronte dei progetti urbanistici in città. A fronte degli 80 milioni di introiti previsti proprio dagli oneri di urbanizzazione, ne sono arrivati solo 74, ma il Comune ha anche dovuto restituirne ben 22 ai costruttori per opere già previste e a cui le imprese hanno rinunciato proprio al momento dell'apertura del cantiere. Nelle casse pubbliche sono quindi arrivati di fatto solo 50 milioni, un incasso magrissimo rispetto agli anni precedenti.
“Per quest'anno siamo stati super prudenti”, ha spiegato l'Assessore, e gli introiti saranno probabilmente ai livelli del 2012. Ci sono però anche segnali positivi. Il Comune dovrà restituire solo 8,5 milioni per opere non più realizzate, e gli incassi potrebbero arrivare a 60 milioni, 10 in più di quanto preventivato. “Può essere un segnale che l'attività sta riprendendo”, ha commentato l'Assessore, spiegando che quest'anno sono stati chiusi iter per lavori importanti come quelli del teatro Smeraldo e di Prada.
10 milioni in più che potrebbero naturalmente andare a bilancio, come ha osservato anche il presidente della commissione Urbanistica Roberto Biscardini.
“Il (nuovo) PGT non c'entra”, ha poi chiosato l'assessore De Cesaris, rispetto agli scarsi introiti degli ultimi due anni. I lavori a cui le imprese hanno rinunciato, insomma, erano tutti progetti nati col vecchio Piano di governo del territorio. Come per dire che il nuovo, pur abbassando l'indice di edificabilità, non è il responsabile della crisi.
C.Urbano