Molise-Calvairate: una costosa riqualificazione urbana che non piace a nessuno

Sulla carta sembrerebbe qualcosa di buono. Nella pratica le cose non stanno esattamente così.
Comune, Regione Lombardia, Aler: oltre che manchevoli nel proprio compito, incapaci di mettere a frutto le competenze e l’esperienza ventennale di un quartiere che si è distinto per il contributo critico e propositivo verso i progetti istituzionali, anche dotandosi in sede di Consiglio di Zona di uno strumento integrato come la Commissione Edilizia Pubblica e Privata-Contratti di Quartiere.
Tant’è: l’ultima dimostrazione di questo approccio strabico della pubblica amministrazione sono i lavori di riqualificazione, in parte eseguiti e in parte in corso d’opera, nel tratto che va da Piazza Insubria a Piazzale Martini e che coinvolge via Ciceri Visconti.
Un progetto chiamato “Sistema Molise-Calvairate”, imposto dalla Giunta Albertini, respinto per ben due volte dal Consiglio di Zona 4 e ciò nonostante realizzato dalla Giunta attuale, secondo una logica che impone dall’alto i mutamenti e contravviene palesemente allo spirito del Contratto di Quartiere, fondato su una progettazione complessiva integrata e partecipata.
Il peggio è che l’intervento realizzato non è solamente inutile ai residenti (che reclamano da anni interventi ben più sostanziali soprattutto per quanto riguarda la condizione abitativa), ma a conti fatti è risultato peggiorativo sotto vari profili: marciapiedi stretti e privi di scarichi che si allagano quando piove, carreggiate ristrette a vantaggio di aiuole inutilizzabili e incolte, una doppia pista ciclabile a senso unico a ridosso delle uscite di negozi e portoni lungo via Ciceri Visconti, mancanza di aperture davanti ad alcuni civici che rende impossibile l’accesso dei mezzi di soccorso, eliminazione di oltre 300 posti auto (numero che aumenterà perché i lavori su piazzale Martini sono tuttora in corso di realizzazione). Per non parlare della rimozione di un campetto da calcio frequentatissimo dai bambini della zona, rimosso a favore di un campo bocce che nessuno usa, se non gli stessi bambini che s’ingegnano a saltellare col pallone da una parte all’altra del divisorio.
Era difficile fare peggio, il che suona ancora più folle considerando l’enorme spreco di risorse pubbliche che questo vacuo lifting urbano ha comportato: un costosissimo intervento di facciata, privo di funzionalità, in un quartiere in cui abitano in condizioni invivibili famiglie in difficoltà, numerosissimi anziani e sofferenti psichici in stato d’abbandono. Un progetto calato dall’alto, l’ennesimo, che non ha tenuto conto delle necessità reali degli abitanti, incapace di conciliare la dimensione estetica con quella logica, e contro cui i cittadini hanno sottoscritto la protesta e raccolto firme: per quel che vale, visto che ormai i lavori sono in fase avanzata.
Antiniska Pozzi