Il Comune intenzionato a vendere la quota di SEA malgrado il ricorso del fondo F2i

Il perno di tutto è ancora incardinato sulla cessione di una consistente quota di SEA (la società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa, di cui il Comune di Milano detiene il 54,81%, la Provincia il 14,56% attraverso la controllata ASAM e il Fondo F2i il 29,75%),
Il ricorso presentato al TAR dal Fondo F2i contro l'accordo tra Comune e Provincia, ha bloccato per il momento quella che per entrambi gli enti locali poteva essere più che una boccata di ossigeno per le rispettive casse. Ovviamente il fondo d'investimenti guidato da Vito Gamberale ha tutta la convenienza a che la compagine azionaria di Sea rimanga quella attuale così da trattare da una posizione di forza un possibile ulteriore aumento della propria quota. Infatti se il Comune passasse dall'attuale 54,81% ad oltre il 69% diverrebbe il dominus della privatizzazione ormai nei programmi della Giunta.
Come ha confermato nei giorni scorsi l'Assessore Tabacci il concambio con la Provincia era un mezzo e non un fine, pertanto se la decisione del TAR dovesse richiedere tempi incompatibili con le urgenze di cassa dei prossimi mesi, o dovesse risultare avversa ai due enti locali, il piano B di Palazzo Marino è quello di procedere ad una gara internazionale per collocare sul mercato un pacchetto di maggioranza delle azioni SEA (il 50,1%).
L'imperativo infatti è reperire risorse e per centrare l'obiettivo la Giunta affronterà altri dossier: da AMAT -la controllata di ATM che si occupa di studi sulla mobilità e del monitoraggio dei risultati di Area C- che dovrebbe essere assorbita dalle strutture dell'Assessorato alla mobilità, a Sogemi (la società che gestisce l'ortomercato e per la quale si prevede un deficit di 15 milioni di euro per il 2102) che dovrebbe essere messa definitivamente in liquidazione, a Milano Ristorazione che attualmente lavora al 50% delle sue capacità produttive e per la quale è previsto un ridimensionamento, per arrivare alle farmacie comunali di cui si prevede di mettere in vendita l'ultimo 20% delle quote ancora in mano a Palazzo Marino.
Beniamino Piantieri