Un primo bilancio dimostra che più del “ticket” hanno potuto le condizioni meteo

Quali risultati, dunque, ha ottenuto l’ecopass nelle prime sei settimane di applicazione?
Ad una prima lettura dei numeri si nota che rispetto allo stesso periodo del 2006 e del 2007 dal 7 gennaio al 18 febbraio la qualità dell’aria a Milano è stata indubbiamente migliore, sia per quello che concerne il numero di giorni di superamento, sia per i picchi raggiunti che per le media giornaliera del periodo. Basta per gridare al successo? Non proprio. Anzitutto perché, nonostante dati complessivamente meno drammatici rispetto agli anni scorsi a Milano non abbiamo certo respirato aria di alta montagna: dal 7 gennaio al 17 febbraio il laboratorio fisso di Chiamamilano situato in via Vico per 25 giorni ha registrato il superamento della soglia dei 50 microgrammi per metro cubo, con tre picchi sopra i 100 microgrammi e ben 6 sopra i 90.
Si potrebbe obiettare che la situazione rispetto al 2006 e al 2007 è comunque migliorata. Indubbiamente, anche se la qualità dell’aria milanese rimane pessima. Il problema però è che anche le centraline istituzionali situate ben al di fuori dell’area interessata dall’ecopass –persino quelle di Meda, Lecco e Como– hanno registrato valori in linea con quelli misurati nel centro di Milano.
Cosa significa?
È presto detto: come ormai sappiamo le condizioni metereologiche –inversione termica, temperatura, pressione atmosferica, precipitazioni– influenzano in modo diretto e assai consistente la qualità dell’aria determinando la dispersione o la stagnazione degli inquinanti –e soprattutto delle polveri sottili– nell’atmosfera.
Come confermano i metereologi ( guarda il video) , le prime settimane dell’anno sono state caratterizzate da un’inedita e accentuata instabilità atmosferica che non solo ha prodotto una quantità maggiore di precipitazioni rispetto allo stesso periodo del 2006 e del 2007 ma ha anche rimescolato costantemente gli strati bassi dell’atmosfera. Si pensi soltanto che nel primo mese e mezzo dell’anno le precipitazioni hanno avuto un’intensità doppia rispetto ai primi 45 giorni del 2007.
Questa situazione ha quindi prodotto una dispersione maggiore rispetto al passato delle polveri sottili immesse nell’aria milanese. Il nesso con le condizioni meteo è confermato da altri due elementi.
Il primo: nei giorni di maggiore stabilità atmosferica di questo inizio d’anno, cioè dall’11 al 18 febbraio, i valori del PM10 sono tornati su livelli analoghi se non peggiori rispetto a quelli del 2007. Infatti, la media giornaliera di questa settimana è stata di 85 microgrammi al metrocubo, quella degli stessi giorni del 2007 era stata di 75.
Il secondo: i valori registrati nelle giornate di sabato nell’area ecopass testimoniano che è difficile sostenere un nesso diretto tra il provvedimento in questione e l’abbassamento delle concentrazioni. Infatti, nel periodo invernale il sabato è tendenzialmente una delle giornate durante le quali si registrano valori di polveri assai elevati. Se l’ecopass –che notoriamente non è in vigore il sabato– fosse determinante nella riduzione delle concentrazioni di PM10 avremmo dovuto registrare un innalzamento dei valori proprio in queste giornate. Invece nei sei sabati presi in esame non si riscontrano cambiamenti significativi rispetto ai giorni precedenti, anzi in due casi (12 gennaio e 2 febbraio) si sono registrati dei cali notevoli delle concentrazioni.
Indubbiamente è troppo presto per stilare un bilancio definitivo dell’efficacia dell’ecopass, altrettanto certo è che la sua tanto decantata efficacia nel diminuire le concentrazioni di polveri sottili è assai difficile da dimostrare numeri alla mano, soprattutto se questi numeri vengono letti alla luce della variabile meteo che non può essere tralasciata quasi fosse una brezza passeggera.
Ettore Pareti