La proposta è stata rilanciata anche a Milano producendo l'ennesima polemica incapace di oltrepassare da un lato i luoghi comuni, dall'altro una lettura quanto meno riduttiva di un fenomeno complesso dove lo sfruttamento non è solo quello che possiamo vedere sul ciglio di tanti viali, e dove gli interessi in gioco non sono solo quelli dei gruppi criminali che fanno dello sfruttamento un business milionario, ma anche di una vasta area grigia, non sempre inconsapevole di far parte più o meno indirettamente di un business criminale.
La prostituzione è un fenomeno maggiormente esteso delle sue manifestazioni più evidenti, che possiamo incontrare sulle nostre strade, e più articolato nelle modalità di sfruttamento, le quali si sono fatte via via più raffinate e pervasive.
Un dibattito pubblico deve partire da tali elementi, considerando sia la necessità di rivedere la legislazione vigente -anzitutto contemplando l'inasprimento delle pene per lo sfruttamento e incentivando il più possibile con meccanismi premiali la denuncia da parte dei soggetti sfruttati- ma anche quella di intervenire sulla vasta area grigia che non è composta solo dai clienti.
Il resto è solo esercizio retorico o l'effimero tentativo di spostare il problema un poco di lato.