L'indagine del Naga mette in luce le mancanze del Comune nell'applicazione delle Linee guida Rom Sinti e Caminanti
Dal 2013 al 2014, fino a settembre, il numero degli sgomberi è passato da 108 a 191. A livello di persone coinvolte si può parlare di stabilità, dato che al netto si è passati da 2210 a 2276, di cui circa 650 minori. Da gennaio a settembre 2014, fanno circa 5 sgomberi a settimana. Sono dati che provengono dal report realizzato dal Naga in seguito a un'attività di monitoraggio sul campo ed interviste ai soggetti coinvolti: famiglie rom, Assessorato alla sicurezza, enti gestori dei Centri di Emergenza Sociale (CES). Un’indagine che ha lo scopo di verificare l’applicazione delle Linee guida Rom, Sinti e Caminanti adottate dal Comune di Milano nel 2012 con un’attenzione particolare ai campi informali e ai CES. |
Delle famiglie sgomberate, quelle con minori, fino a quanto la capienza concede, vengono accolte per 200 giorni, rinnovabili ogni 40, nei due Ces milanesi. Precisamente massimo 100 in quello di via Barzaghi 2, e massimo altri 167 in via Lombroso 99. Naga ha analizzato le presenze in queste strutture e "i destini" di chi vi transita, in media per 195 giorni. Nell'indagine presentata stamani si parla di 16-30 persone in ogni stanza o container, recintate e "sorvegliate h24". Dei progetti di inclusione avviati nei Ces, solo il 20% risulta andato a buon fine, quelli lavorativi hanno poi dato lavoro a 43 delle 127 persone in età lavorativa. Passando all'età scolare, i dati forniti dal Comune a settembre 2014 riportano la presenza totale di 65 bambini "inseriti", di cui 10 alla materna, 37 nella scuola primaria, 9 alle medie inferiori e 3 alle superiori, a cui sommare 6 iscritti tardivamente ad asili nido o materne. Sempre secondo il Comune, la frequenza nello scorso anno scolastico (2013-2014) é attorno al 70%, in tal merito la Fondazione Progetto Arca, gestore di via Lombroso, sottolinea le difficoltà create dagli sgomberi eseguiti ad anno scolastico in corso.
Il quadro descritto riguardo alle condizioni abitative dei circa 3mila soggetti "visibili" in città, ne colloca due terzi in campi irregolari, si tratta soprattutto di rom romeni passati negli ultimi anni da una situazione "storica" stanziale ad una maggiore fluidità di collocazione, anche a causa degli sgomberi messi in atto dal 2013 in poi. Nei 6 campi regolari gestiti dal terzo settore, fino a poco fa 7, vi sono circa 700 persone, altre 267 sono state collocate nei Ces, 140 in un centro di accoglienza di via Novara e in alcuni appartamenti. La restante parte, a quanto oggi riferito, sta abitando abusivamente appartamenti Aler in zona Giambellino, ad esempio, o a Calvairate.
Sulla base di questi dati, viene spontaneo chiedersi che ne è stato delle Linee guida approvate dalla Giunta nel novembre 2012, che avevano come finalità dichiarata di promuovere l'integrazione e la piena inclusione, favorire i processi di convivenza civilecon le popolazioni locali attraverso percorsi di cnoscenza, relazione, integrazione e sensibilizzazione culturale, contrastare le forme di discriminazione così come quelle di degrado, irregolarità e illegalità presenti in città.
“Come Naga crediamo che l'intera 'questione rom' andrebbe ripensata, a partire da iniziative volte ad intervenire sulla società maggioritaria per costruire canali di dialogo tra mondi che poco si parlano, se non attraverso stereotipi, e per provare a definire quali elementi culturali, politici e sociali rendono ancora così difficoltoso un pieno godimento dei diritti umani per tutte le persone che condividono lo stesso spazio urbano”, dichiara Luca Cusani, presidente del Naga. “Nonostante le intenzioni delle Linee guida, la loro applicazione dimostra, ancora una volta, l'attuazione di un approccio securitario e di controllo, approccio miope e fallimentare.” prosegue il presidente del Naga. “Nell'immediato proponiamo una serie di raccomandazioni che potrebbero contribuire a far partire un percorso di questo tipo: destinare fondi ad azioni concrete volte a favorire processi di convivenza civile; coinvolgere attivamente nelle fasi di progettazione, realizzazione e gestione di qualsiasi progetto i rom destinatari; sospendere nell’immediato ogni sgombero forzato; riconoscere il diritto all’iscrizione anagrafica alle persone che abitano negli insediamenti informali e nei centri di prima e seconda accoglienza del Comune di Milano; garantire l’effettivo godimento del diritto alla salute per tutte le persone accolte nei CES; attuare nel medio-lungo periodo progetti di edilizia abitativa di tipo diversificato; tutelare i minori (frequenza scolastica) e avviare progetti di inclusione lavorativa e abitativa negli insediamenti informali, fino all’accesso a soluzioni abitative adeguate” conclude Cusani.
A.Pozzi