Il nuovo saggio di Enzo Ciconte racconta come il nord –Lombardia in testa- sia divenuto il terreno prediletto delle ‘ndrine

L’autore di “Gomorra” si è limitato a ripercorrere quanto emerso dalle più recenti indagini svolte dalla magistratura milanese e confermate dall’ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia.
Enzo Ciconte è il massimo studioso della criminalità organizzata calabrese, ha scritto il primo libro mai pubblicato sulla ‘ndrangheta ed è stato a lungo consulente della Commissione parlamentare antimafia. Nel suo ultimo libro rivolge lo sguardo a quello che ormai è lo scenario d’azione prediletto dalle ‘ndrine: il nord Italia e soprattutto la Lombardia.
Ciconte parte dall’ultima inchiesta della magistratura milanese che a luglio di quest’anno ha portato in carcere oltre trecento esponenti della criminalità organizzata calabrese e che ha messo in luce in modo inequivocabile quanto la ‘ndrangheta sia radicata in Lombardia.
Dalle pagine di “’Ndrangheta padana” emerge un ritratto di una criminalità organizzata che, mettendo insieme il massimo dell’arcaicità fatta di giuramenti e riti solo apparentemente pittoreschi e il massimo dell’innovazione costituita dalla capacità di muovere immensi capitali con le tecniche più sofisticate, si è radicata nel tessuto produttivo lombardo in modo silenzioso, mimetico, difficilmente penetrabile.
Anche perché, a nord del Po, molti si ostinano a voler considerare la ‘ndrangheta una roba da terroni, non essendosi accorti che Milano, per citare il titolo di un capitolo del libro, è diventata provincia di Reggio Calabria.
Beniamino Piantieri