Il Consiglio comunale approva la consultazione sul progetto che vuole riaprire 2km di canali entro il 2022
Due chilometri totali di riapertura, divisi in cinque tratti dal nord della città fino alla Darsena. Il tutto secondo tempistiche che vanno dal 2018 al 2022 e per un investimento stimato di 150 milioni. L'idea della riapertura dei navigli non è una novità, lo sanno bene i milanesi che nel 2011 si sono espressi (favorevolmente) con i referendum, ma è anche vero, come ha ribadito il Sindaco Sala ieri in seduta di consiglio, che la scelta non era basata su un progetto concreto, progetto che oggi invece esiste e che si vorrebbe far valutare dai cittadini nelle sue specifiche tecniche. Il tema è stato dibattuto - non era la prima nè sarà l'ultima volta - e la conclusione per il momento è stata l'approvazione di un ordine del giorno della maggioranza, presentato dal capogruppo del Pd Filippo Barberis, che "propone l'utilizzo dello strumento del referendum quale modalità positiva per informare e raccogliere il consenso dei cittadini sul progetto di riapertura dei Navigli milanesi". Il testo è stato approvato a maggioranza, con 26 voti a favore compreso quello del sindaco e 11 voti contrari da centrodestra, M5s e Basilio Rizzo di Milano in Comune. |
Le due istanze principali che sono emerse riguardano l'ipotesi di fare la consultazione in concomitanze con altre consultazioni (ad esempio le elezioni Politiche e Regionali del 2018) allo scopo di ridurre i costi, e la possibilità di far coincidere alcuni cantieri con quelli per la realizzazione della Linea Blu, la M4, in modo da ridurre il più possibile i disagi per i cittadini residenti nelle aree coinvolte.
Ci sarebbe poi anche una seconda fase, «che si deciderà più avanti quando la città avrà assorbito l’impatto dei lavori" spiega il Sindaco, e avrà un investimento di circa 350 milioni. In totale un'operazione da 500mila euro, per cui verrà chiesto un impegno economico anche alla Regione e allo Stato, e naturalmente ai privati. "Un punto fondamentale" ha ribadito Sala "è la profonda volontà di fare il referendum e poi agire con immediatezza".