478 vittime nel 2015, un quarto solo a Milano: i morti sulle strade lombarde sono aumentati rispetto al 2014
Sono numeri alti, e purtroppo non esattamente in regressione: nel 2015, in Lombardia, si sono registrati 32.774 incidenti stradali con lesioni alle persone, che hanno causato 478 morti e 45.203 feriti. Ogni giorno, durante il 2015, si sono verificati in media 90 incidenti stradali con lesioni a persone; sono morte 1,2 persone e 125 sono rimaste ferite. "Un dato preoccupante" lo definisce l'assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia, Simona Bordonali, presentando il dossier del Centro regionale di Monitoraggio della Sicurezza Stradale con i dati sull'incidentalità stradale riferiti al 2015. "Nel 2015 i morti sulle strade lombarde sono aumentati rispetto al 2014. Nonostante l'impegno delle istituzioni e il grande lavoro di sensibilizzazione delle associazioni impegnate sul territorio, lo scorso anno abbiamo pianto 478 vittime, contro le 448 dell'anno precedente. Non stiamo parlando di numeri o statistiche, ma di vite spezzate a causa soprattutto di comportamenti scorretti alla guida". |
Nella Città metropolitana di Milano, in particolare, si concentra il 42,9% degli incidenti; il 41,4% dei feriti e il 24,5% dei morti rilevati nell'intera regione Lombardia. Seguono, a distanza, la provincia di Brescia (9,9% di incidenti), di Bergamo (8,9%), di Varese e di Monza e della Brianza (8%).
Oltre al costo in termini umani, l'incidentalità stradale ha anche un costo sociale: in Lombardia nel 2015 questo costo ammonta a circa 3 miliardi di euro – 298,6 euro pro capite -, pari al 17% del costo sociale a livello nazionale quantificato in 17,5 miliardi (288,1 euro pro capite), dati Istat. Il costo sociale quantifica gli oneri economici che, a diverso titolo, gravano sulla società a seguito delle conseguenze di un incidente stradale.
Tornando al dettaglio dei numeri, l'Istat ricorda poi che il Terzo e il Quarto Programma d’azione europeo per la sicurezza stradale, per i decenni 2001-2010 e 2011-2020 impegnano i Paesi membri a conseguire il dimezzamento dei morti per incidente stradale con una particolare attenzione, nel decennio in corso, agli utenti vulnerabili.
La regione Lombardia si posiziona tra quelle in cui il calo è stato superiore alla media nazionale. Rispetto al 2001, nel 2015 le vittime della strada si sono ridotte del 55,5% contro il -51,7% della media Italia mentre fra il 2010 e il 2015 (primo periodo di attuazione del Quarto programma) la riduzione è stata del 15,4% (-16,7% in Italia). Sempre fra 2010 e 2015 l’indice di mortalità sul territorio regionale è passato da 1,4 a 1,5 deceduti ogni 100 incidenti, quello medio nazionale da 1,9 a 2,0. In Lombardia, nel 2015, l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani) deceduti in incidente stradale è inferiore alla media nazionale (41,0% contro 45,6%), con una differenza più ampia per gli ultrasessantaquattrenni (Lombardia 29,1%, Italia 31,7%).
Guardando invece gli utenti vulnerabili secondo il ruolo che essi hanno avuto nell’incidente (conducenti/passeggeri di veicoli a due ruote e pedoni) il loro peso relativo (sul totale dei deceduti) misurato nella regione è superiore nel 2015 a quello nazionale (51,9% contro 50,5%). Tuttavia, negli ultimi cinque anni (2010- 2015) la loro incidenza è diminuita in Lombardia (-1,4 punti percentuali), mentre è aumentata nel resto del Paese (+0,9 punti percentuali).
Tra il 2014 e il 2015, spiega ancora l'Istat, l’indice di lesività rimane stabile a circa 138 feriti ogni 100 incidenti. L’indice di mortalità aumenta lievemente da 1,4 a 1,5 decessi ogni 100 incidenti e l’indice di gravità (misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma dei decessi e dei feriti moltiplicato 100) rimane stabile a 1,0. Le strade di Milano sono caratterizzate dal maggior numero di incidenti (42,8% del totale regionale), ma anche dall’indice di mortalità e gravità più basso, insieme alle strade monzesi e brianzole. Gli indici di mortalità e gravità hanno valori sensibilmente superiori alla media regionale nelle strade mantovane, bresciane e pavesi. Nel 2015 il maggior numero di incidenti (25.870, il 78,9% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 239 morti (50,0% del totale) e 34.020 feriti (75,3%). Rispetto all’anno precedente i sinistri diminuiscono del 2,3% in ambito urbano, mentre aumentano del 10,3% sulle autostrade e dello 0,8% sulle strade extraurbane. Gli incidenti più gravi continuano ad avvenire sulle strade extraurbane (3,8 decessi ogni 100 incidenti) e sulle autostrade (2,5).
La maggior parte dei sinistri stradali - secondo i dati Istat - avviene lungo un rettilineo, sia sulle strade urbane (42,8%) sia su quelle extraurbane (52,6%). In ambito urbano gli incidenti che si verificano nei pressi di una intersezione rappresentano il 31,4% del totale, seguono quelli che avvengono in corrispondenza degli incroci (13,9%) e delle rotatorie (5,7%). Lungo le strade extraurbane il 18,5% degli incidenti si verifica in curva, il 12,5% in corrispondenza di una intersezione.
La più elevata concentrazione degli incidenti - secondo l'Istat - si è avuta nei periodi tra aprile e luglio e tra settembre e novembre. Nel primo periodo si contano 12.117 incidenti (il 37,0% degli incidenti dell’anno) in cui hanno subito lesioni 16.528 persone (36,6%) e 174 sono decedute (36,4%). Nel secondo periodo sono avvenuti 8.885 sinistri (il 27,1% del totale, Figura 5). Quasi il 77% degli incidenti ha luogo tra le 8 e le 20, ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nella fascia oraria tra le 3 e le 4 (6,5 morti ogni 100 incidenti) e tra la 1 e le 2 della notte (4,1), con valori di molto superiori alla media giornaliera (1,5) (Figure 6 e 7). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 43,7% degli incidenti notturni, il 41,3% delle vittime e il 46,9% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 2,8 decessi ogni 100 incidenti, contro 1,5 registrato in totale. Questo indicatore assume il valore di 5,8 lungo i tratti di strada extraurbani.
In Lombardia il 53,7% degli incidenti stradali è concentrato nei Poli urbani (Poli e Poli intercomunali); considerando anche le aree di cintura si arriva al 93,7% del totale. Nei comuni delle aree interne, pertanto, gli incidenti rappresentano il 6,3% del totale regionale.
Nel totale dei Centri il numero delle vittime è in aumento del 4,8% rispetto al 2014. Questo risultato è la sintesi di un aumento dei decessi nei comuni classificati Polo (+29,3%) e Polo intercomunale (+6,3%) e di un calo nei comuni Cintura (-3,7%). E’ da rilevare il raddoppio di decessi nei comuni classificati come Ultraperiferici e la stabilità in quelli Periferici. Nelle Aree Interne aumentano più della media regionale le vittime (+16,4%) mentre diminuiscono sia gli incidenti (-2,9%) che i feriti (-6,4%).
Anche gli indicatori statistici di mortalità e gravità evidenziano una situazione critica nelle Aree interne, dove nel 2015 si registrano valori (rispettivamente 4,1 e 2,8) pari a quasi il triplo della media regionale (1,5 e 1,0). Gli indici di mortalità e gravità raggiungono quota 8,2 e 5,8 nei comuni Ultra-periferici, dove sono più che raddoppiati rispetto all’anno 2014. Di contro, nel totale dei Centri l’indice di gravità rimane invariato (0,9) e lievemente in crescita l’indice di mortalità (1,3).
La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (72,3%); la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale (10.417 casi, 99 vittime e 14.801 feriti), seguita dal tamponamento (6.701 casi, 41 decessi e 11.019 persone ferite). La tipologia più pericolosa è lo scontro frontale (5,3 decessi ogni 100 incidenti), seguono l’urto con ostacolo accidentale (3,6) e la fuoriuscita (2,8). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 2,4 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli (1,1 decessi).
Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, la guida distratta, il mancato rispetto delle regole di precedenza e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente (escludendo il gruppo residuale delle cause di natura imprecisata). I tre gruppi costituiscono complessivamente il 45,4% dei casi. Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide per il 22,1%, il mancato rispetto della distanza di sicurezza per il 17,4% e la velocità troppo elevata per il 15,4%.
Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per gli ultrasessantaquattrenni (6,5 per 100 mila abitanti) e i 15-29enni (5,9 per 100mila abitanti). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 70,7% sia delle vittime che dei feriti totali in incidenti stradali, le persone trasportate il 12,1% dei morti e il 20,9% dei feriti, i pedoni il 17,2% dei deceduti e l’8,4% dei feriti. Circa il 60% dei pedoni rimasti vittima di incidente stradale è over 64enne. Il tasso di lesività standardizzato è pari a 871,5 per la classe di età 15-29 anni e a 607,9 per quella 30-44 anni.