La Giunta dà l'ok alla metro 4. Da gennaio partiranno i primi cantieri, ma c'è la spada di Damocle del Consiglio di Stato
La linea 4 della metropolitana si farà. Questa è stata la decisione presa venerdì pomeriggio dalla Giunta. Decisione a dir poco sofferta, stando a quanto è trapelato dalle stanze di Palazzo Marino e che registrato prese di distanza di un certo peso. Quella della titolare di una delega chiave come il bilancio, l’assessore Balzani che non ha preso parte al voto dichiarando di essere entrata in Giunta solo un anno fa e quindi troppo tardi “per poter partecipare in maniera costruttiva a questa importantissima scelta”. Assenza metodologica o rifiuto di avallare un scelta finanziariamente rischiosa? |
Comunque sia, si partirà, anche e soprattutto perché sommando i 120 milioni di euro già spesi per le gallerie del tratto Linate-Forlanini (i cui scavi sono stati completati tre settimane fa) e le eventuali penali per la rinuncia all'opera, anche lo stop definitivo avrebbe comportato un salasso per il bilancio di Milano. Inoltre, un rinvio della decisione oltre il 31 dicembre avrebbe fatto sfumare il finanziamento di 172 milioni di euro già stanziati dallo Stato.
Intanto si inizia a studiare la tempistica per l’apertura dei primi cantieri.
L'opera nelle fantasiose previsioni della precedente Giunta avrebbe dovuto essere completata per l'inaugurazione di Expo. In realtà dovrebbe essere ultimata nel 2022 e collegare in un percorso di quindici chilometri -con 21 fermate- Linate a San Cristoforo.
L’impegno di Palazzo Marino, ribadito dal Sindaco subito dopo l’ufficializzazione del via libera alla linea 4, è quello di ridurre al minimo l’impatto degli scavi, soprattutto nell'area di Parco Solari. Dall'inizio del 2015 verranno avviate le prime opere di prospezione, comunque -come era stato già annunciato- al di fuori del centro, al fine di intralciare i flussi dei visitatori attesi per l’Expo. Ma, come è noto, nonostante il sofferto via libera che non ha tuttavia fugato i dubbi sulla sostenibilità per le casse comunali dei costi di gestione della tratta (almeno 80 milioni di euro all'anno per vent'anni), tutto potrebbe essere rimesso in discussione dalla sentenza del Consiglio di Stato prevista per febbraio.
Tra circa due mesi, infatti, i giudici del supremo tribunale amministrativo dovranno decidere sul ricorso -bocciato in primo grado dal TAR della Lombardia- presentato della cordata di imprese classificatasi seconda. Se il Consiglio di Stato dovesse dar ragione ai ricorrenti l’intricato e paradossale cammino della MM4 potrebbe chiudersi dopo appena pochi passi.