Da domani al 6 gennaio 2016, la rappresentazione della natura nelle opere d'arte greca, magnogreca e romana
Splendidi vasi dipinti, affreschi, statue, gioielli e terrecotte votive: un percorso in ordine cronologico, dal VIII sec. a.C. al II sec. d.C, che si snoda attraverso le sale di Palazzo Reale, articolandosi in 6 sezioni per temi. E' MITO E NATURA. Dalla Grecia a Pompei, una bella mostra (ideata, manco a dirlo, in occasione di Expo), che inaugura oggi e sarà visitabile fino al 6 gennaio 2016. Oltre 200 opere d’arte greca, magnogreca e romana, per mettere in luce la rappresentazione della natura nei suoi vari aspetti all'interno del mondo neoclassico: opere che provengono da musei italiani (dal Museo di Paestum a Villa Adriana a Tivoli, tanto per capirci) e internazionali fra cui il Museo Archeologico di Atene, il Kunsthistoriches Museum di Vienna e il Louvre di Parigi. |
Ben presto nell’arco del tempo il rapporto dell’uomo con l’ambiente si sviluppa in senso simbolico (La natura come segno e metafora) come dimostra la splendida lastra funeraria detta del Tuffatore dal Museo di Paestum (la vedete qui a fianco). Emerge inoltre il valore metaforico di singole piante o animali (palma, alloro, ulivo) in specie nella ceramografia greca e magnogreca del V e IV secolo a.C. L’arte figurativa elabora le storie di Dioniso legate al vino, quelle di Demetra legate al grano e all’alternarsi delle stagione nonché di Trittolemo, l’essere divino che ha insegnato all’uomo a seminare. Tra le opere della sezione La natura coltivata dono degli dei, la statua di Trittolemo dal Museo di Santa Maria Capua Vetere e le lastre votive (pinakes) di Locri, splendidi esempi di bassorilievi in terracotta di V e IV secolo a.C. rappresentano magnifiche raffigurazioni delle divinità della vite e del grano.
Poi c'è la sezione Il giardino incantato dove la natura è raffigurata in maniera più ornamentale che realistica e in composizioni di grande eleganza. Motivi naturalistici sui vasi a figure rosse del IV secolo a.C., che arrivano fino ad epoca romana su vasi, dipinti, elementi architettonici e d’arredo, su argenterie e su rilievi marmorei (come il famoso Rilievo Grimani prestato dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, con pecora e i suoi cuccioli in un ricco ambiente naturale).
In mostra sarà anche esposto il celebratissimo “Vaso blu” (I sec. d.C.) da Pompei ora al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, un prezioso reperto lavorato nella stupefacente tecnica del vetro-cammeo, con scene di amorini vendemmianti in bianco su fondo blu. L’opera, ottenuta eccezionalmente per l’esposizione, ritornerà a Napoli dotata di una nuova vetrina antisismica e antisfondamento grazie al supporto di Fondazione Bracco.
Quinta sezione della mostra, Il paesaggio con opere in cui il paesaggio dipinto fa il suo ingresso nell’arte di età ellenistica.
Compaiono scene paesistiche come sfondo di cacce regali e da storie mitiche, nonché da rappresentazioni di paesaggi di campagne idilliache con alberi, rovine, pastori.
Un focus particolare viene dedicato ai reperti archeologici di area vesuviana con una selezione di capolavori di pittura parietale pompeiana. Il percorso espositivo prosegue con uno sguardo all’influenza che i modelli delle lussuose ville marittime edificate lungo le coste laziale e campana dall’aristocrazia ebbero sulle grandiose dimore lacustri costruite nel corso delle romanizzazione nell’Italia del Nord. (Il mediterraneo ai piedi delle Alpi). I ricchi ceti municipali ricostruirono sulle rive dei laghi prealpini il modello delle coste campane, ridisegnando anche l’ambiente naturale.
Accanto sono radunati spettacolari esemplari di pittura illusionistica di giardini (Il verde reale e il verde dipinto) che specialmente nel I secolo d.C. decoravano le domus romane, per decorarle e per amplificarne gli spazi. Molti anche gli affreschi notissimi o meno noti (molti restaurati per l’occasione) che, assieme ad alcune celebri pitture con scene di ville e paesaggi marini, documentano il tono lussuoso delle dimore campane.
Tra questi, straordinariamente ben conservati, sono gli affreschi della Casa del Bracciale d’oro da Pompei.
C'è anche uno spazio dedicato a un genere che nasce nel mondo ellenistico-romano e avrà molta fortuna nella pittura moderna, quello della “natura morta”. Dalle città vesuviane ci sono giunti affreschi di grande gusto coloristico che rappresentano frutti riprodotti insieme a vasellame e ad animali. Alcuni esemplari di semi, di frutti e di pani da Ercolano e Pompei ci riportano alla realtà alimentare di età romana con un sorprendente gioco di specchi fra la natura dipinta ed i suoi modelli reali.
A questa sezione che orienta lo sguardo sulla natura morta, è stata aggiunta una “settima stanza”, nella quale la natura morta contemporanea ritrova profondità temporale nel rapporto con l’antico. Inizialmente non prevista nel progetto dell’allestimento, la stanza ospita tre quadri di Filippo de Pisis, tre nature morte. Come scrive in catalogo Francesco Venezia: “L’allestimento della settima stanza è stato concepito, nelle tre dimensioni della sala, quasi come finzione di un quadro ingigantito dell’Artista: piani cromatici sovrapposti, quel certo non so che di disequilibrato, di obliquo – i tre quadri veri entrando nel gioco compositivo della finzione…”
“Questa mostra ha un forte legame con Expo e i suoi temi perché mette in luce l’influenza della natura sulla cultura occidentale e sulle sue origini. – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno – Nel semestre durante il quale il mondo a Milano punta a declinare un nuovo rapporto con l’ambiente è importante, infatti, sottolineare la relazione antica tra la storia della rappresentazione, il Pianeta che abitiamo e le sue risorse, indagando il rapporto sia dal punto di vista scientifico che da quello artistico. Palazzo Reale propone questo approfondimento con un taglio curatoriale prestigioso e con opere antiche e preziose che hanno il potere di affascinare ed emozionare, trasportandoci come per incanto alle radici più profonde della nostra civiltà”.
In occasione della mostra, Orticola di Lombardia, associazione botanica senza scopo di lucro, grazie a Hermès e in collaborazione con Io donna, il settimanale del Corriere della Sera, allestisce un giardino, a cura degli architetti Marco Bay e Filippo Pizzoni, che si ispira e rievoca il viridario delle case romane e in cui trovano dimora piante in uso duemila anni fa. Il giardino è ospitato nello spazio all’aperto retrostante Palazzo Reale, è quindi la prima volta che un percorso verde entra in una mostra a Palazzo Reale.
Il progetto espositivo è promosso dal Comune di Milano – Cultura, insieme all’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Salerno, il Museo Archeologico di Napoli e la Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia ed è prodotto e organizzato da Palazzo Reale con la casa editrice Electa.
La mostra, curata da Gemma Sena Chiesa e Angela Pontrandolfo fa parte di ExpoinCittà, il palinsesto di iniziative che accompagna la vita culturale di Milano durante il semestre dell’EXPO 2015, ed ha il patrocinio del Mibact, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
L’allestimento è a cura di Francesco Venezia.
MITO E NATURA. Dalla Grecia a Pompei
Sede Palazzo Reale, Milano - Piazza Duomo 12
Date al pubblico 31 luglio 2015 – 10 gennaio 2016