Il Comune di Milano lancia il portale Open Data: dati online accessibili a tutti e nuove opportunità per giovani startuppers

Ora arriva anche Milano, a colmare un vuoto che in altre città italiane era stato colmato da un po’: dallo scorso 2 ottobre, infatti, l’agenda digitale del Comune di Milano si è arricchita di un tassello importante con la messa online di dati.comune.milano.it, il portale Open Data.
A oggi, al momento dell’apertura, il portale ospita 45 set di dati, tra i quali quelli su scuole, postazioni del bike sharing, mobilità e Area C, hotspot wifi, centri sportivi, aree giochi, orti comunali e didattici, aree per cani e strutture ricettive.
L’obiettivo è superare la soglia dei 100 gruppi di dati entro il prossimo dicembre, ragion per cui da questo mese in poi sono previsti rilasci con cadenza mensile, ove l’argomento lo renda possibile. Tutti i dati sono leggibili e interpretabili anche senza l’utilizzo di software proprietary, e per la lettura dei dati è altamente consigliato consultare la sezione FAQ del portale, dove è spiegato come poter accedere ai dati.
L’importanza di Open Data risiede, oltre che nel valore aggiunto della trasparenza per tutte le azioni dell’amministrazione comunale, nell’utilità ai fini della ricerca: “ampliamo la conoscenza della città per migliorare la nostra vita quotidiana e offriamo a ricercatori e commentatori strumenti per valutare l’azione della Pubblica amministrazione. Non solo, favoriamo concretamente la conoscenza del territorio a chi vuole creare opportunità d’impresa o, anche e più semplicemente, applicazioni informatiche, come apps, utili ai cittadini” ha spiegato in proposito l’assessore Tajani.
A questo proposito, per trovare partner tecnologici che investano in progetti di utilità sociale basati sui dati aperti, Palazzo Marino ha intenzione di lanciare a breve un vero e proprio bando.
Inutile dire che gli open data sono interconnessi anche al mondo social: l’Amministrazione ha già aperto un profilo Twitter dedicato, come primo luogo e momento di dialogo con gli utenti al fine di migliorare costantemente l’offerta di open data.
A.Pozzi