Dal 27 gennaio al 22 febbraio la Triennale ospita una bella mostra di progetti architettonici scartati e mai realizzati
"Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure" scriveva Calvino ne Le città invisibili. I desideri di qualche architetto e progettista, e le paure di qualche amministratore nel realizzarli, forse: sembra dire questo, a tratti, la bella mostra che inaugura domani in Triennale e che disegna letteralmente una Milano parallela, che sarebbe potuta essere e non è stata. |
In una città quanto mai in trasformazione, cosparsa di cantieri qua e là anche in vista di un'Expo ormai imminente, la mostra si pone come percorso e riflessione sulla città reale in rapporto alla città potenziale: un racconto presentato in maniera efficace anche grazie al cortometraggio realizzato da Francesca Molteni che mette a confronto la città reale e quella rimasta sulla carta dei vari progetti realizzati negli anni per piazza del Duomo, San Babila, Porta Vittoria, Brera, Foro Buonaparte, l’area Fiera, la Stazione Centrale, la zona Garibaldi/Repubblica e altri luoghi che avrebbero dato a Milano tutt'altro aspetto da quello attuale. Anche se non realizzati, molti di questi progetti conservano viva l’originaria forza immaginativa, la visione utopica di alternativa al presente. In questo senso il percorso virtuale della mostra corrisponde a un’indagine sull’inconscio architettonico e urbanistico di Milano, capace di far affiorare un “rimosso” pieno di opportunità e di offrirlo alla reinterpretazione con gli occhi del presente e le richieste del futuro.
I progetti irrealizzati sono di diverso tipo: da quelli per concorsi che non ebbero esiti concreti (come quello per il piano regolatore di Milano del 1926 al concorso per la BEIC, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura) e progetti che non si sono aggiudicati il primo posto (ad esempio quello di Renzo Piano per l’area della ex-Fiera) ai progetti accantonati (la nuova sede dell’Accademia di Brera di Terragni, Lingeri, Figini e Pollini, degli anni Trenta) e progetti visionari da leggere per il loro carattere sperimentale, più che per l’effettiva realizzabilità (ad esempio il masterplan di Steven Holl per Porta Vittoria).
Un viaggio curioso e a tratti surreale in una città alternativa, invisibile ma presente, per raccontare come anche le possibilità sedimentino nella memoria collettiva urbana e rendano la Milano attuale quella che è.
Milano Mai Vista
27 Gennaio – 22 Febbraio 2015
Triennale di Milano
Ingresso libero
A.Pozzi