Dalle pietre di inciampo alla mostra presso il Memoriale, agli appuntamenti a teatro: la città ricorda in molti modi, per il Giorno della Memoria
Lo scorso 19 gennaio sono state posate a Milano le prime sei "Pietre di Inciampo" (in molti altre città ci sono da tempo) per lasciare nel tessuto urbanistico una memoria diffusa dell'olocausto. Memoria che in questi giorni s'intensifica grazie alle tante iniziative promosse in città per il Giorno della memoria che ogni anno ricorre il 27 gennaio. Uno dei luoghi del ricordo, oltre la ricorrenza, è il Memoriale della Shoah di Milano, luogo unico in Europa in quanto il solo teatro delle deportazioni ad essere rimasto intatto, che tra venerdì 27 e domenica 29 gennaio, aprirà le sue porte a tutti i cittadini interessati. a scoprire questo. Il 27 gennaio, dalle ore 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.30), e il 29 gennaio, dalle ore 10.00 alle 17.00, si potranno effettuare visite sia guidate che libere. Ma non solo: da ieri e fino a giovedì 13 aprile, presso il Memoriale, allo Spazio Mostre Bernardo Caprotti sarà possibile visitare la mostra "16 ottobre 1943. La razzia" (in collaborazione con la Fondazione Museo della Shoah di Roma), che vuole riportare all'attenzione del pubblico uno degli episodi più traumatici della storia italiana, inquadrando la razzia del 16 ottobre 1943 nel suo contesto storico, raccontando i passaggi e i tragici vissuti personali del rastrellamento degli ebrei di Roma attraverso documenti inediti, testimonianze audiovisive, disegni, mappe e fotografie. |
La memoria passa anche attraverso lo sport: domani torna per la sua quarta edizione il Trofeo Arpad Weisz, patrocinato dai comuni di Milano e Bologna, all’interno di un intero pomeriggio all’Arena civica Gianni Brera (teatro di tanti trionfi di Weisz), puntellato di iniziative e raccontato in diretta da Radio Popolare, organizzato nell’ambito della piattaforma ‘Milano è memoria’, un luogo virtuale che contiene un messaggio molto importante, quello dell’impegno antinazista e antifascista, contro violenze e soprusi, a partire appunto dal principio su cui si fonda la città, Medaglia d’oro alla Resistenza: la memoria. Per chi non lo conoscesse, Arpad Weisz, ungherese di origine ebraica, fu un grande allenatore degli anni ’30, guidò sia l'Inter sia il Bologna e fu capace di totalizzare tre scudetti e una coppa internazionale, elaborando metodi innovativi e rivoluzionari di allenamento e di schemi tattici, al punto da diventare una celebrità nella sua epoca. Un personaggio popolarissimo, spazzato via dalle leggi razziali del fascismo prima e poi dallo sterminio nazista. Il programma della giornata in suo ricordo parte alle 14:30 con la sfida tra i Black Panthers, la squadra dei richiedenti asilo ospitati presso la caserma Montello e la formazione del Consiglio comunale milanese. Alle 15:30, invece, scenderanno in campo le squadre under 14 di Milan, Inter e Bologna per contendersi il torneo. Nel frattempo, alle 17 presso la Sala Appiani andrà in scena il racconto ‘Shoah’, drammatico epistolario tra due tedeschi di origine ebraica alla fine degli anni ‘30, di Roberto Cajafa. Alle 19:30, infine, in Sala Appiani Matteo Marani racconterà Weisz ‘Dallo scudetto a Auschwitz’.
Anche il teatro non dimentica: il 26 gennaio, alle 15:40 Radio Popolare trasmetterà la registrazione della prima edizione de "I me ciamava per nome: 44.787 - Risiera di San Sabba", il bello spettacolo di Renato Sarti http://www.chiamamilano.it/notizie/i-me-ciamava-per-nome basato sulle testimonianze di ex deportati della Risiera di San Sabba e ricostruisce la storia dell’unico lager nazista in Italia munito di forno crematorio. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Franco Parenti tra il 29 gennaio e il 1 febbraio, e non è l'unica iniziativa che il teatro niguardese ha organizzato sul tema: qui trovate tutti gli appuntamenti dedicati al Giorno della Memoria.
Molti altri appuntamenti si trovano poi sulla piattaforma a cui accennavamo prima, Milano è memoria: incontri e iniziative sul tema organizzati in città, sia dalle molte associazioni, sia dai municipi, sia dall’Amministrazione stessa.
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”. Primo Levi parlava così della memoria e della necessità, ogni giorno, di tenerla viva. Perché la memoria è l’unico antidoto che abbiamo per evitare di commettere ancora errori tragici.