L'Assessore Boeri chiama le 191 comunità straniere di Milano per dare il via a un'Expo partecipata

Il comune chiede ai nuovi milanesi un impegno importante: partecipare a livello volontario ad una consulta della società civile, per dare suggerimenti, esprimere esigenze particolari e fare proposte sulla prossima esposizione mondiale. In cambio il Comune li ascolterà. Sembra poco ma a detta degli stessi stranieri è molto.
“Il fatto di essere interpellati legittima il nostro ruolo sul territorio”, spiega John Shehatha, rappresentante della comunità egiziana “E' riconoscere che siamo qui per lavorare, siamo utili e contribuiamo al benessere della città”. La consulta sarà chiamata a lavorare entro le prossime tre settimane, promette Boeri. Non tutti i rappresentanti vi potranno sedere, tuttavia si cercherà di dare rappresentanza ad ogni comunità. Secondo l'assessore dunque gli stranieri che già vivono nella nostra città possono contribuire al successo dell'Expo, diventando tramite di comunicazione e conoscenza.
Come ammette il segretario Bie Vicente Loscertales infatti il vero successo di un Expo si misura con l'eredità che lascia nel territorio: “Ogni Expo trasforma la città. Le grandi opere di architettura si devono accompagnare a un tema forte che sappia coinvolgere chi ci abita” ha concluso Loscertales. Rincara i buoni propositi Pierfrancesco Majorino: “Quello di Milano sia l'Expo dei popoli, un Expo sociale dove trovino voce le buone pratiche, l'ecosviluppo e la qualità della vita in primo luogo nei nostri quartieri”. Strappa l'applauso quando promette che gli stranieri non saranno più messi “nel sottoscala dei diritti come nella precedente amministrazione”.
Per mantenere alto il livello di partecipazione degli abitanti all'Expo, è stato istituito l'Expo day, il 30 aprile di ogni anno, in cui si farà il punto dei lavori dell'Expo. Il Comune ha poi mobilitato gli intellettuali di punta per stilare la “Carta 2015” una sorta di manifesto culturale e scientifico sul tema “Nutrire il Pianeta”: tra questi l'oncologo Umberto Veronesi, l’economista Mario Monti, il sociologo Giuseppe De Rita e il filosofo Giovanni Reale.
Infine, ed è forse l'annuncio che più interessa alla società civile è stato messo in rete il sito del Fuoriexpo, www.fuoriexpo.org, che anche attraverso facebook e twitter, sarà una finestra di dialogo sempre aperta con i milanesi. Il fuori Expo, come il fuori Salone del mobile, vuole essere un evento diffuso su tutta la città in grado di dare spazio da qui al 2015 all'associazionismo, alle piccole realtà di impegno e volontariato tanto preziose per il territorio. In questo contesto ad esempio potrebbero trovare una nuova vita le cascine in città, che stanno tanto a cuore all'assessore architetto ma che non si sa ancora come recuperare nella pratica. “In vista dell'appuntamento internazionale potrebbero essere adottate da gruppi di cittadini e dalle comunità straniere per svolgere iniziative parallele” propone Boeri.
Per ora molti progetti sono ancora sulla carta. L'attenzione alla partecipazione degli abitanti ieri ha comunque incassato un primo importante successo: alla chiamata i milanesi, di ogni colore e di origine, hanno risposto. Adesso resta la difficoltà di conciliare un grande evento che mobilita grandi capitali e grandi potenze economiche (ogni padiglione costerà circa 7 milioni di euro, attualmente sono 57 i paesi che hanno aderito), con la società civile, che spesso necessita di spazi e tempi di espressione più a misura d'uomo.
Eleonora De Bernardi