Montascale assenti o non funzionanti, ascensori che verranno: per i disabili la metropolitana è off-limits

In un mondo perfetto ogni uomo e ogni donna è anche in grado di muoversi autonomamente per la città con i mezzi del trasporto pubblico.
Nel mondo reale però, e più specificamente a Milano e nell'hinterland, anche questa garanzia sembra talvolta negata.
A chi non ha quotidianamente a che fare con un simile difficoltà, sfuggirà forse il fatto che l'accesso alle metropolitane ATM non sempre risulta funzionale, o meramente possibile per coloro i quali non possano, per difficoltà di varia natura, raggiungere la banchina tramite le scale.
I montascale, appositamente costruiti per assicurare un comodo e diretto trasferimento all'accesso del mezzo, non sempre sono funzionanti.
L'Associazione Paraplegici Lombardia ci ha dato conferma di tale inefficienza. Abbiamo deciso di fare un giro per le linee 1 e 2 del metrò per cercare di comprendere meglio la situazione.
Nonostante l'ordine tassativo di non parlare con i giornalisti, alcuni agenti di stazione della metropolitana, che hanno anche il compito di attivare i montascale, ci hanno fornito un quadro sulle loro condizioni e sull’effettivo tasso di utilizzo. Ci hanno confermato che i montascale sono strutture un po' antiquate e dunque non del tutto affidabili, hanno sottolineato che non sono installati in tutte le stazioni, e hanno dichiarato che gli utenti che usufruiscono del servizio sono pressoché sempre i medesimi.
Un agente che lavora nelle stazioni del centro storico sostiene che I montascale di Duomo, San Babila, Loreto e Centrale funzionano bene perchè essendo le principali stazioni non potrebbero permettersi un eventuale disservizio. Tuttavia ricorda di aver attivato il montascale solo 4 o 5 volte nell'ultimo mese.
Tre le ipotesi: o i disabili nella nostra città sono davvero pochissimi, il che ci avvicinerebbe utopisticamente al mondo ideale di cui parlavamo prima; o effettuano i loro spostamenti per lo più in automobile; oppure hanno capito di non poter contare su un efficiente servizio pubblico e non si sentono sufficientente tutelati nell'utilizzo di montascale obsoleti se non in permanente disuso.
Spostandosi verso nord lungo la linea 1, i montascale mancano nelle stazioni di Wagner, Lima, Pasteur, Precotto, e anche in queste stazioni gli addetti dell’ATM non nascondono più di una perplessità sull’efficienza e sulla reale praticità dei macchinari.
Per quanto riguarda la funzionalità della linea verde, le fermate di Moscova e Lanza –che insistono sul polo teatrale del Teatro Strehler e del Piccolo Teatro Studio– non sono attrezzate di montascale, mentre a Garibaldi i problemi riguardano il transito tra linea metropolitana e passante ferroviario, separati da una rampa di scale. “I disabili che devono prendere il treno –commenta un agente di stazione– possono andare a Cadorna!” Poco importa se lì possano prendere solo i treni delle Ferrovie Nord.
VIDEO: l'accessibilità dei treni del passanteLo stesso funzionario conferma la necessità da parte del disabile di rivolgersi preventivamente presso un impiegato per accertarsi che la sua stazione di destinazione sia provvista delle attrezzature necessarie. E se non è provvista?
Questo scenario stride con quanto scritto negli ultimi due “Bilanci di sostenibilità” dell’ATM disponibili (2004 e 2005).
A pagina 16 del Bilancio di sostenibilità 2004 si evidenziava come tra i valori dell'azienda sia prioritario un “servizio accessibile a tutti” e “adeguato alle esigenze della propria clientela” e poche pagine dopo illustra la mappa degli stakeholder, i portatori di interesse che interagiscono con l'azienda: al secondo anello della raggiera che rappresenta gerarchicamente tali contatti, compare la voce “Associazioni portatori di Handicap”. Probabilmente il primo anello che separa I portatori di handicap dal cuore dell’Azienda del trasporto pubblico Milanese è molto ampio. Ciò è confermato da quanto riportato a pagina 44, nel paragrafo relativo all' “impegno per l'accessibilità dei mezzi e della rete, per venire incontro alle esigenze di tutti i clienti che, non necessariamente disabili, abbiano difficoltà a muoversi” e alla progressiva opera di “messa in funzione degli ascensori presenti nelle tre linee”. I dati forniti dalla stessa ATM parlano chiaro: le stazioni dotate di ascensori nell'area urbana erano il 28,6% quindi poco più di un quarto del totale, e nell'area interurbana solo il 6,7%. Ma ci sono i montascale, i quali però non solo funzionano a singhiozzo nelle poche stazioni in cui sono installati, ma sono una scelta sconfessata dalla stessa Azienda.
VIDEO: ascensore non funzionante a P.ta VeneziaInfatti il “Bilancio di sostenibilità 2005” (pag.43) indica una nuova soluzione per quanto riguarda l'accessibilità alla metropolitana per i disabili. ATM dichiara infatti di aver preso atto dell’inadeguatezza dei montascale “dal punto di vista industriale per ambienti difficili come le metropolitane” e di aver già avviato un investimento relativo agli ascensori. Sorge spontanea una domanda: pensarci prima? Se ne aggiunge una seconda: quando? Poiché anche se si partisse immediatamente la realizzazione degli ascensori sull’intera rete delle linee metropolitane 1 e 2 non è operazione che possa essere realizzata in poche settimane.
Sarebbe a questo punto interessante capire come mai ATM all'epoca dell'installazione dei montascale non si fosse preventivamente assicurata del loro buon funzionamento, evitando tra l'altro un consistente investimento. Sarebbe altrettanto interessante avere informazioni circa i tempi e i costi previsti per la costruzione degli ascensori. Abbiamo contattato l’Azienda Trasporti Milanesi la quale nonostante le promesse da parte dell’ufficio stampa non ha trovato il tempo per rispondere ad alcuni quesiti che riguardano non solo i cittadini con problemi di disabilità motoria, bensì tutti. Poiché l’accesso ai mezzi pubblici, senza barriere, costituisce un diritto di cittadinanza.
Sembra però che ATM possa contare sulla soddisfazione pressoché totale dei propri clienti: sempre il “Bilancio di sostenibilità 2005” riporta un livello di soddisfazione degli utenti pari al 79%,. Un valore elevatissimo per un servizio pubblico. Ci sorge però un dubbio: che l’inchiesta sulla costumer satisfaction non abbia conteggiato i disabili.
Giulia Cusumano