Il Comune vuole mettere ordine nei 'mercatini delle pulci'. Ma è scontro coi commercianti, e con l'opposizione

Tutti sono accomunati da alcune caratteristiche: i venditori non devono essere commercianti di professione, si può vendere solo merce propria o usata, ed è vietato il commercio di oggetti di valore, come oro e argenteria, oltre che di cibi e bevande.
Regole chiare, che a Milano sarebbero già in vigore da un anno, ma che proprio per la natura di questi mercati è difficile far rispettare, distinguendo soprattutto tra chi e in regola e chi no. Il mercato di Bonola è stato chiuso un anno fa, ufficialmente per il problema dei venditori abusivi; quello di San Donato, dove sono iniziati i controlli, è ancora in attività, tutte le domeniche.
Ora, dopo mesi di proroghe, l'Amministrazione prova a concludere l'iter iniziato più di un anno fa con le associazioni: dovranno presentare entro fine marzo tutta la certificazione richiesta, altrimenti niente autorizzazione per i mercati del 2013.
L'elenco degli espositori, innanzitutto, ma anche la certificazione degli stessi di non avere carichi pendenti. Un tentativo di gestire tutto all'interno di regole certe, sul quale però capita che si giochi anche una delle tante piccole partite politiche cittadine. Per ora, solo il mercato di Bovisa sembra avere le carte in regola.
In questo caso il centrodestra in Comune ha preso le difese dei commercianti: “D'Alfonso deve avere come prima preoccupazione quella che le attività commerciali non si distruggano, soprattutto per chi non ha altre importanti fonti di reddito”, ha attaccato il consigliere Pdl De Pasquale nella seduta di Commissione Commercio dedicata, rivolto al responsabile politico del settore. Sì ai controlli, quindi, ma niente vincoli così stretti per la documentazione richiesta. Mentre il fondatore dell'associazione Portobello Diego Palomba sostiene di non essere mai stato interpellato direttamente dagli uffici del Comune, che però, nel frattempo, hanno bocciato la documentazione presentata. E, soprattutto, non accetta la tesi degli abusivi: “Chi vende con noi è in regola, anche perché siamo noi ad assegnare i posti e a controllare gli associati. Sarebbe invece il Comune a dover controllare la presenza dei venditori abusivi. Noi saremmo in grado di controllare anche questa situazione" chiarisce.
Un compito che sembra ancora più difficile a San Donato, dove invece sono tante le persone che raccontano di aver visto vendere merce nuova o frutto di ricettazione, ma anche prodotti alimentari, questa volta venduti all'interno del mercato. Intanto però le esposizioni domenicali continuano, con autorizzazioni solo provvisorie, in attesa del caso, per ora improbabile, che tutto risulti in regola.
Il paradosso, sul quale tutti concordano, è che quell'anomalia positiva di mercati che dovrebbero essere occasione di socialità e di scambio a basso prezzo sia sfuggita di mano, vuoi per le situazioni di illegalità, vuoi perché, per molti venditori, quella dei mercatini è comunque un'attività redditizia, che di fatto fornisce quasi un secondo stipendio (solo per lo spazio dell'esposizione pagano dai cinquanta ai cento euro), soldi che in parte poi vengono girati al comune per l'occupazione del suolo pubblico.
Sono comprensibili quindi i mal di pancia dei venditori, di fronte alla richiesta del Comune di regole certe. Forse, come ha anticipato l'assessore al Commercio D'alfonso, la partita si chiuderà solo quando le fiere saranno organizzate in uno spazio chiuso. Obbligate, quindi, a pagare l'affitto.
Claudio Urbanoe.