Qualità della vita e operato dei Comuni ai tempi della crisi nel rapporto Ipsos-Anci

L’82% del campione intervistato dà, infatti, un giudizio positivo, con un 29% che si dichiara molto soddisfatto e una maggioranza del 53% che assegna un voto sufficiente alla qualità della propria vita, che rimane così negativa solo per il restante 18%.
Questa è la buona notizia.
Quella cattiva è che la percezione della qualità del vivere per il 29% dei lombardi è peggiorata nell’ultimo anno, rispetto al 24% di quanti la vedono migliorata.
Manco a dirlo, a percepire di più il peggioramento è chi risiede nei comuni capoluogo e nella provincia di Milano. I milanesi, in generale, risultano infatti, tra i lombardi meno soddisfatti della propria qualità di vita.
Colpa di mobilità e lavoro. Sono questi i principali motivi di preoccupazione, per i cittadini lombardi in generale, anche se il dato poi si accentua avvicinandosi alla città. Per il 34% degli intervistati sono le questioni legate a infrastrutture, parcheggi, traffico e mezzi di trasporto a creare i maggiori disagi, seguite al secondo posto dai problemi connessi a occupazione e costo della vita (per il 27% rispetto a una media nazionale comunque più elevata pari al 42%).
Il dato relativo alla mobilità cresce dunque nella provincia di Milano (45%) e nei comuni capoluogo (44%), dove aumenta anche il dato relativo alla preoccupazione per il lavoro (36%). “Questo vuol dire ha detto che sono le aree più dinamiche e sviluppate ad essere più attente e preoccupate per la tenuta del sistema e della sua capacità di garantire livelli occupazionali adeguati” ha spiegato il Direttore di Ipsos Public Affairs.
Tra coloro che avvertono maggiormente disagi sul fronte occupazionale, le donne, gli studenti e il ceto medio, quello che più in questo periodo vede messo in discussione il proprio ruolo di cerniera sociale.
Secondarie, rileva lo studio, le preoccupazioni per welfare (per il 24%), ambiente (13%), istituzioni (10%) e sicurezza e immigrazione che creano disagio solo al 13% dei lombardi (dato in linea con il 12% a livello nazionale).
E sempre nei grandi centri e nella Provincia di Milano si rileva la minore soddisfazione per l’operato dei Comuni (che incassano la sufficienza da parte del 64% dei cittadini lombardi): lì la forbice tra chi assegna ai Comuni voto positivo e chi voto negativo scende dal 33% regionale al 20%.
Ultimo dato rilevante quello sulla percezione della crisi: da inizio anno chi risiede in Lombardia ha mostrato di avere aspettative positive sulla propria condizione personale, con una quota di pessimisti che si è attestata nell’ultimo anno intorno al 21% del totale, leggermente più bassa della media nazionale ferma al 25%. A dirsi preoccupato dagli effetti della crisi rimane, però, una quota di lombardi superiore al 70%.
Per il 38% degli intervistati il peggio della crisi deve ancora arrivare.
Insomma, preoccupati, consci del peggioramento, ma apparentemente soddisfatti: questi sono i lombardi di oggi.
A.P.