Saranno i fondi Expo a finanziare il secondo tratto della futura linea 4 della metropolitana?

I lavori tra il Policlinico e Linate partiranno nel 2010 e quattro anni più tardi l’opera risulterà il naturale prolungamento del tracciato San Cristoforo-Policlinico.
Mentre la Giunta decanta l’accordo raggiunto per il secondo troncone della M4, infatti, è ancora di là da venire l’approvazione del progetto del primo tratto.
“C’è ancora da lavorarci” ha ammesso lo stesso Assessore alla Mobilità Edoardo Croci, “ma la speranza -sempre l’ultima a morire- è quella di riuscire ad aprire i due cantieri contemporaneamente entro l’inizio del prossimo anno.”
15 chilometri e rotti di linea, 21 stazioni intermedie, 1 miliardo e 700 mila euro di spesa complessiva; un investimento tutt’altro che marginale.
Sarà lo Stato a finanziare il 60% dell’opera (su 910 milioni per la sola tratta Policlinico-Linate, la cifra ammonta a circa 550 milioni) per far fede all’accordo siglato nell’estate 2007 tra enti locali e Ministero delle Infrastrutture.
Denaro che non dovrebbe essere direttamente connesso all’Expo, come erroneamente si sente dire dai governanti e si vede scrivere sulle pagine di molti quotidiani.
Il progetto della M4, infatti, essendo precedente alla vittoria su Smirne, non compare tra le opere cantierizzabili tramite i fondi destinati all’Esposizione Universale. Nel dossier Expo alla voce “infrastrutture” risulta soltanto la famosa linea M6, di cui si ha tutt’ora un’idea piuttosto nebulosa.
Non è un mistero d’altra parte che l’Expo rappresenti un eccellente volano per il compimento di opere che attendono da anni di vedere la luce.
Dalla Bre-Be-Mi alla Pedemontana alla Tangenziale Est esterna alla M5.
Non c’è da stupirsi, dunque, se i fondi necessari all’avvio della M4, invece di essere recuperati dal capitolo “infrastrutture” della cassa statale, saranno attinti da quel miliardo e mezzo stanziato un mese fa dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) per l’Expo.
Anche se la M4 con il dossier presentato al Bureau International des Expositions non c’entra nulla.
Si sa: tutto ormai fa brodo nel grande calderone dell’Expo.
La conferma si avrà a giugno, quando al tavolo del Comitato arriverà il documento appena deliberato dalla Giunta cittadina.
Difficile che le cose vadano diversamente: tra le manovre anticrisi, l’emergenza abruzzese e i fondi impegnati per il ponte sullo Stretto, la coperta romana è sempre più corta.
Giulia Cusumano