Inizia il processo di osservazioni dei cittadini al PGT

E’ stato l’Assessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli, a sottolineare la casuale coincidenza tra il calendario comunale e le due ricorrenze dando il via martedì scorso al Teatro dell'Arte della Triennale al processo di coinvolgimento dei cittadini nella definizione ultima del Piano.
Alle poche domande, risposte evasive e spesso sbrigative. Il tutto, però, all’insegna dell’amore. Poiché il PGT è diventato nell’idillio cementificatorio vagheggiato da Masseroli il “Piano di chi ama la città”.
Ma sulla strada di cotanto amore ci sono le osservazioni che tutti milanesi potranno presentare e che potrebbero modificare, una volta avvallate dagli uffici comunali ed esaminate dal Consiglio comunale, alcuni punti del Piano approvato a Palazzo Marino due mesi fa.
Sarà una “Milano per scelta”, ribadisce l’Assessore attraverso lo slogan coniato ad hoc per il Documento. Una Milano più dinamica, libera ed efficiente, più verde, ricca di infrastutture e servizi. Tutto questo anche grazie all’apporto di chi la vive quotidianamente.
Del “libro dei sogni” Masseroli ha letto solo l’introduzione: nessuna slide illustrativa, nessun dato ufficiale, nessun progetto spiegato approfonditamente. Chi vuole, se lo vada a leggere.
Dubbi nessuno, nonostante sull’housing sociale, sul verde, sui servizi incomba –come dimostriamo nelle pagine del nostro sito dedicate al PGT– la pesante ipoteca dell’intervento dei privati, o meglio del non intervento. Pichè se i privati non costruiranno non ci saranno più servizi, non ci saranno più spazi verdi. Un esito paradossale e, al contempo, un rischio più che concreto.
“Per ogni chiarimento sarò a disposizione ogni venerdì pomeriggio all’Urban Center” ha spiegato l’Assessore ad una Platea comprensibilmente delusa dal livello di approssimazione che ha guidato l’incontro. Due o trecento persone, tra architetti, imprenditori, rappresentanti di associazioni, , studenti di ingegneria e addetti ai lavori.
Difficile individuare i cittadini “comuni”, quelli che dovrebbero contribuire disinteressatamente al miglioramento del Piano.
Sarà perché sul Pgt i più sono disinformati. O perché l’evento non è stato sufficientemente pubblicizzato. Oppure semplicemente perché è stato convocato alle tre del pomeriggio, orario in cui i cittadini “comuni” solitamente lavorano.
L’autoreferenzialità dell’incontro di fatto dimostra ancora una volta lo scarso coinvolgimento dei milanesi nel processo che interesserà l’assetto urbanistico della città di qui al 2035.
Vero è che senza l’approvazione del Consiglio comunale dal documento non verrà spostata nemmeno una tegola, ed è vero anche che nel pieno della campagna elettorale la contrattazione tra maggioranza e opposizione sarà ancora più dura rispetto ai 7 mesi passati in aula a discutere i 1500 emendamenti al Piano.
Ma in ballo c’è il futuro di Milano. Vale quindi forse la pena di mettersi in gioco: c’è ancora tempo per informare, informarsi, capire, e “scegliere” la propria Milano.
Giulia Cusumano