Torre Pirelli: dovrebbe stupire l'offerta di Hines non la reazione del Comune
Cogliere le occasioni migliori, comprare a poco, vendere a tanto, che si tratti di materie prime, titoli finanziari, edifici o diritti volumetrici.
E' il mercato, bellezza.
Ed è l'abilità di ogni uomo d'affari degno di questo nome.
Se poi dall'altra parte c'è il pubblico che ha le spalle al muro per la cronica crisi finanziaria che lo attanaglia, ancora meglio: sarà più facile ottenere condizioni migliori e margini più alti.
E' il mercato, bellezza.
Ed è l'abilità di ogni uomo d'affari degno di questo nome.
Se poi dall'altra parte c'è il pubblico che ha le spalle al muro per la cronica crisi finanziaria che lo attanaglia, ancora meglio: sarà più facile ottenere condizioni migliori e margini più alti.
Così, nonostante il bando per la permuta dello stabile di via Pirelli chiedesse in cambio degli oltre 25.000 metri quadrati di proprietà comunale, una superficie di 16.000, Hines -l'unico operatore a presentare un'offerta- ha proposto 12.000 mq, chiedendo addirittura ulteriori diritti volumetrici su una superficie attigua. In un contesto normale avrebbe fatto scalpore la proposta dell'immobiliarista che, quanto meno, dimostra di non aver letto bene il bando. Invece, ha meravigliato la ferma reazione di Palazzo Marino -dove attualmente scarseggiano le risorse finanziarie ma non manca il senso delle istituzioni- la quale ha suscitato il consueto coro dei giannizzeri del libero mercato e della subalternità del pubblico al privato. Indubbiamente dopo un ventennio in cui l'amministrazione cittadina ha recitato il ruolo sussidiario del facilitatore della spoliazione urbanistica, il semplice richiamo al rispetto dei ruoli può lasciare tramortiti, soprattutto quando il privato presenta una proposta che vuole sfruttare al massimo la condizione di difficoltà del pubblico. Mossa legittima, ma è altrettanto legittimo che chi amministra la città respinga al mittente l'offerta con il dovuto disappunto.
Beniamino Piantieri
Beniamino Piantieri
