Chiude anche la libreria di Porta Romana; la quarta in pochi mesi.

A precederla nei mesi scorsi, la storica Libreria del Giallo di Tecla Dozio, Archivi del ‘900, la Libreria Francese di via San Pietro all’Orto e chissà quali altre più piccole, meno centrali e meno note.
Una serie di chiusure in pochi mesi che è difficile vedere puramente come il frutto della coincidenza. Ma di che si tratta allora?
Un effetto della crisi economica? O delle politiche di affitto, dei privati o del Comune, che spesso chiedono canoni esagerati per attività di questo tipo? O di una pigrizia culturale che spinge i milanesi sempre più solo nelle grandi catene di libri riconducibili ai grandi gruppi editoriali e situate nelle arterie commerciali della città? Probabilmente un insieme di tutti questi fattori.
Saranno anche le regole del libero mercato, ma fa piuttosto tristezza vedere le vetrine ricoperte di carta da pacchi, le insegne tolte e le serrande abbassate in un luogo che è stato vivo per 32 anni: ma la Libreria di Porta Romana resterà difficilmente l’ultima della lista.
In un panorama di questo tipo, lascia almeno un po’ di speranza vedere che a volte però alcune librerie “ritornano”: come la Libreria Babele, chiusa a fine 2008, che ha riaperto nella nuova sede di viale Regina Giovanna 24/b con grande giubilo di tutti gli affezionati frequentatori per i quali non era una semplice libreria ma un punto di riferimento.
Di Archivi del ‘900 invece sopravviverà l’omonima associazione, la cui attività di “agenzia culturale” riprenderà da settembre in via San Calocero 30.
Anche la cultura fa quel che può, in attesa di tempi migliori.
A.P.