Crescita esponenziale della ristorazione straniera in Lombardia: +24% nell’ultimo anno, +147% dal 2000

Alla fine della prima giornata della sua “fuga” in laguna arriva in una trattoria. L’accoglie un cameriere stralunato e poetico, interpretato da Bruno Ganz, che l’avverte che la cuoca è malata e può servirle solo piatti freddi. Lei risponde: sempre meglio che un ristorante cinese.
ui la corregge dicendole che i cinesi sono i migliori ristoratori del mondo.
Non sappiamo se lo siano, ma senz’altro sono sempre più numerosi in Lombardia e a Milano; e con essi sudamericani, nordafricani, eritrei, giapponesi, messicani.
Ravioli al vapore e kebab, zighini e tortillas, spaghetti di soia, sushi e churrasco nell’ultimo decennio sono diventati sempre più un’abitudine alimentare per i lombardi.
Un trend ormai consolidato che vede coinvolta non solo la ristorazione etnica ma anche quella più tradizionale, se è vero che sono in crescita anche i titolari stranieri di ristoranti e trattorie “italiane”.
Inoltre, i dati su base provinciale dimostrano che il fenomeno non è più limitato alla grande città, che per vocazione è più aperta alla sperimentazione e alla commistione anche nell’ambito del gusto.
Infatti, nell’ultimo anno i ristoranti straneri sono cresciuti sono cresciti maggiormente nelle aree più tradizionali della cucina lombarda come Mantova (+50%), Pavia (+28,8%), Cremona (+37,8%). Mentre a Milano l’incremento si è fermato, si fa per dire, solo ad un +24,9%.
I territori meno permeabili all’avanzata dei piatti stranieri sono il comasco, la Brianza e il Lodigiano che nell’ultimo anno vedono comunque un incremento rispettivamente dell’8,2%, del 8,6% e del 5,3%.
Ettore Pareti