A lavori iniziati se ne riparla: legittimi dubbi e interrogativi sulla via d’acqua per Expo

Inizialmente era un tracciato in via di definizione con ipotesi di navigabilità, poi diventò sostanzialmente un’opera idraulica per portare acqua dal Canale Villoresi al sito Expo per uscirne fino a raggiungere il Naviglio Grande sotto San Cristoforo, attraversando il territorio ad Ovest di Milano.
Riaffiorano interrogativi e polemiche, sulla questione, anche se sembra davvero difficile che qualcosa possa modificarsi in corso d’opera: un’opera fortemente contestata da comitati e ambientalisti, che ne criticano sia l’impatto a livello naturalistico e paesaggistico (“La Via d’Acqua non è navigabile, corre per ampi tratti in un tubo interrato e toglie risorse alla riqualificazione e riscoperta dei Navigli” dicono dal comitato Milanosimuove; mentre Italia Nostra mette in risalto il negativo impatto sul territorio: “Altera il paesaggio del Parco Pertini, del Parco di Trenno, del Bosco in città e delle Cave”); sia a livello economico: 90 milioni di euro di investimento sono parecchi per quello che sembra essere nient’altro che un canale di circa venti chilometri che non utilizza né valorizza il reticolo idraulico naturale né quello artificiale esistente.
Un pensiero parzialmente condiviso anche dall’attuale amministrazione, che nel corso di un incontro per la presentazione dei lavori per Darsena e “Via d’acqua” tenutosi lunedì sera in Zona 6, alla presenza degli assessori Maran e D’Alfonso, ha riconosciuto che il canale in costruzione per Expo non sarà altro che “un’opera ereditata dalla precedente amministrazione e ormai in stato avanzato di realizzazione, un fosso irriguo”.
E se Milanosimuove, il Comitato promotore dei referendum ambientali milanesi del 2011, lancia l’ennesimo appello al Sindaco, chiedendo da un lato, “che assuma impegni precisi affinché i lavori di riapertura dei Navigli siano quantomeno avviati entro la fine della consiliatura” e che intervenga sul progetto della vie d’acqua “affinché sia quantomeno modificato il progetto, ad esempio seguendo le modifiche indicate da Italia Nostra e tenendo conto delle osservazioni della Consulta sui referendum”, Pisapia risponde che “si tratta di un tema che non dipende dal Comune ma dalla società Expo, una società quotata di cui il Comune fa parte. Le vie d'acqua inoltre fanno parte del progetto con cui Milano ha vinto Expo 2015” e che “ci sono vantaggi e criticità e anche pareri tecnici diversi, stiamo ragionando e confrontandoci con tutti, sentendo anche le opinioni del quartiere ma il Sindaco non può incidere sulle decisioni di una società per azioni se non per la quota per cui può esprimere il voto”.
A.Pozzi