Il Rapporto della società civile sull’attuazione della Strategia nazionale per l'inclusione dei rom “boccia” l’Italia

Torniamo a parlarne in occasione del rapporto "La Tela di Penelope. Monitoraggio della società civile sullo stato di attuazione della Strategia Nazionale per l'Inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti in Italia" (scarica il rapporto completo), presentato lunedì dall’Associazione 21 luglio nel corso di un convegno presso la Fondazione Stelline organizzato insieme al Centro Ambrosiano di Solidarietà Onlus.
Per quanto riguarda l’alloggio "la questione abitativa rimane in Italia, definita il "Paese dei campi", un punto fortemente critico. La situazione segregante degli insediamenti formali e informali riguarda circa 40mila rom e sinti ed essa, nonostante l’attuazione della Strategia, continua a caratterizzare la geografia di molte aree urbane».
Dal punto di vista della salute, ad esempio, anche se formalmente, sia pure con modalità differenti, tutti i rom hanno diritto a cure e prestazioni sanitarie, di fatto, data la complessità normativa e le procedure amministrative, essi non accedono in modo adeguato ai servizi e si registra disorientamento. “I rom che risiedono negli insediamenti informali spesso non dispongono delle informazioni e hanno scarsa consapevolezza dei propri diritti (nel 2010, attraverso i propri interventi negli insediamenti informali a Milano, il NAGA ha scoperto che il 94% dei pazienti visitati e assistiti era senza copertura sanitaria)”.
Qualche parola anche sul versante della scuola: in Italia (a differenza di altri paesi) i minori rom non sono inseriti in classi segregate o in scuole speciali, ma è riconosciuto che le politiche di scolarizzazione siano state scarsamente efficaci. Gli interventi per la scolarizzazione dei bambini rom hanno giocato un ruolo centrale negli ultimi 20 anni, ma i risultati appaiono abbastanza insoddisfacenti. Dal 2007/2008 a oggi la presenza degli allievi rom mostra un andamento decrescente. Nell’anno 2012/2013 gli alunni rom iscritti sono stati 11.481 (rispetto alla stima di circa 30.000 in età di obbligo scolastico). Il livello di scolarizzazione dei minori rom dipende in gran parte delle condizioni abitative: l’isolamento nei “campi”, collocati al di fuori della rete dei trasporti, dei servizi e dei centri di aggregazione, impedisce ai bambini e agli adolescenti di recarsi a scuola autonomamente. Per i minori rom che non risiedono in “campi” attrezzati ma in insediamenti informali la situazione è ancora peggiore, dato che i continui sgomberi che subiscono con le loro famiglie interrompono i percorsi di inserimento scolastico eventualmente avviati e impediscono loro di seguire le attività didattiche.
«La Strategia si percepisce come una meta irraggiungibile, simile alla tela di Penelope", ha affermato nel corso della presentazione del rapporto Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio. Nei propositi mattutini si cuce, nelle azioni concrete si disfa. L'Italia è chiamata a mantenere i suoi impegni davanti alla Commissione Europea e a invertire la rotta verso reali e incisive politiche inclusive. Occorre recuperare il tempo perduto con azioni coerenti con gli impegni assunti».
«Dal punto di vista dei programmi e delle attività si registrano un ritardo generalizzato e l'assenza di indicazioni per la traduzione in chiave operativa degli indirizzi della Strategia. La partecipazione dei rom risulta solo formale a livello nazionale ed è scarsa a livello locale. Ciò ha determinato un senso di estraneità da parte dei rom nei confronti di questo strumento di cui non si sentono né proprietari né responsabili. Nella dimensione locale ci si è mossi negli ultimi 30 mesi secondo modalità e tendenze che non hanno prodotto discontinuità rispetto al passato. Infine attorno alla Strategia, ai suoi protagonisti, alle azioni previste e a quelle realizzate è presente una domanda disattesa di conoscenza e informazione espressa dagli amministratori locali e regionali, organizzazioni della società civile, comunità rom».
Nel rapporto sono poi contenute diverse raccomandazioni, tra le quali spicca la richiesta al Governo Renzi di promuovere il passaggio dell'Unar (Ufficio nazionale andtidiscriminazioni razziali) il Punto di contatto nazionale per l'applicazione della Strategia, ad una condizione di effettiva autonomia e indipendenza. Resta inoltre prioritaria la richiesta di dare seguito all'impegno definito dalla Strategia circa il riconoscimento dei rom come minoranza nazionale, includendoli nella Legge 402 del 1999 sul riconoscimento delle minoranze e di promuovere politiche abitative non discriminatorie e che vadano nella direzione del definitivo superamento dei megacampi monoetnici.
(La ricerca, redatta da una coalizione guidata dall'Associazione 21 luglio e composta dalla Fondazione Giovanni Michelucci e dall'Associazione Amalipè Romanò, è stata coordinata dal Segretariato della Fondazione della Decade per l'Inclusione dei rom che ha sostenuto i rapporti delle coalizioni della società civile in altri sette Paesi europei).
A.Pozzi