I Comitati non si arrendono e proseguono la battaglia contro la proliferazione dei box sotterranei

Il caso della Darsena è considerato paradigma di tutti i mali: un parcheggio sotterraneo in fase di scavo da più di tre anni, nel mezzo della conca più antica d'Europa, in un terreno sottoposto a vincolo paesaggistico dal 1994. Ma gli scavi archeologici che hanno portato alla luce anche le fondamenta dei Bastioni spagnoli in piazza XXV Aprile, i resti di un muro e di una conceria di epoca romana in piazza Meda, tracce di un antico cimitero in Sant´Ambrogio, non impediranno la costruzione dei grandi parcheggi pubblici decisi dalla giunta Albertini in project financing.
I comitati chiedono il riesame di alcuni progetti e una nuova indagine di verifica sul reale fabbisogno di sosta. Chiedono garanzie sulle tecniche di costruzione, troppo spesso scelte secondo criteri economicistici e responsabili di danni permanenti ai palazzi limitrofi ai cantieri. Servirebbe infine una clausola anti-speculativa che vieti la rivendita dei box nei cinque anni successivi all'acquisto.
Durante l'incontro è stato presentato il rapporto sull'attuale stato dell'arte dei cantieri e un dettagliato resoconto di tutti i parcheggi realizzati e progettati in città.
Ad oggi i posti auto per residenti ammontano a 16.977, altri 11.838 sono in corso di realizzazione. Ciò significa che una volta terminati anche i lavori per i 28.280 posti nei parcheggi di interscambio, il fabbisogno stimato dall'assessore alla Mobilità Edoardo Croci nel 2006 di 41.000 posti verrebbe azzerato.
Forse l"emergenza parcheggi" a Milano non esiste. Forse è solo una profezia che si autoavvera causata da un circolo vizioso imperituro.
La logica fallace è questa: ci sono tante, troppe macchine immatricolate in città? Ce ne sono oltre 720 mila solo nel comune di Milano e altrettante entranti dall'hinterland quotidianamente? Allora ciò significa che servono più parcheggi. Ci sono più parcheggi? Allora è più facile spostarsi con l'auto in città. E se muoversi con l'auto diventa la soluzione più comoda, non c'è da sorprendersi se nei primi otto mesi del 2007 si sia registrato un aumento di auto immatricolate dell'8%. A questo punto il fabbisogno di parcheggi aumenta, e il circolo vizioso ricomincia.
Se invece si smettesse di pensare al problema dei parcheggi come ad un' "emergenza" e si disincentivasse l'uso dell’automobile a favore di una politica incentrata sull'implementazione dei mezzi pubblici e sullo sviluppo delle piste ciclabili, si troverebbero forse soluzioni più durature ai problemi legati al traffico, al parcheggio, alla qualità dell'aria e della vita.
Ma per questo, si sa, ci vuole uno sguardo lungimirante e, soprattutto, un coraggio politico controcorrente.
Ascolta l'intervista a Francesco Rizzati, Consigliere Comunisti Italiani
G.C.