I residenti del quartiere Salomone denunciano la mancata riqualificazione edilizia e sociale e si ritirano dal Tavolo istituzionale

E’ quello che succede quando alle parole non seguono i fatti, quello che, nel dettaglio, rivendica il Comitato di quartiere, riferendosi alla “Lettera d’intenti” sottoscritta da Aler il 17 settembre 2009 col Consiglio di Zona 4, le associazioni di zona e i sindacati degli inquilini: risanamento edilizio (facciata, impianti, ascensori, ecc.), riqualificazione sociale (potenziamento dei servizi sociali di zona, interventi di coesione sociale) e sicurezza e contrasto all’abusivismo, erano questi i tre punti su cui avrebbe dovuto svolgersi la rinascita della zona.
Una rinascita il cui strumento doveva essere un “Tavolo di lavoro”, coordinato dal Comitato di Quartiere Salomone sino a settembre 2011, a cui è seguito nel ruolo il consigliere comunale Marco Cormio (con delega degli assessori casa Lucia Castellano, sicurezza e coesione sociale Marco Granelli e politiche sociali Pierfrancesco Majorino).
E qualcosa in effetti il Tavolo ha fatto: è stato realizzato un nuovo impianto di teleriscaldamento, al costo di circa 1,5 milioni di euro (e dopo 30 anni di mancata manutenzione, è bene ribadirlo, e in seguito all’uscita dalle norme vigenti in merito, sui gradi calore minimi da fornire, come sottolinea il Comitato), che ha eliminato i problemi di fornitura del riscaldamento degli anni passati che hanno coinvolto circa la metà delle famiglie, normalizzando la situazione.
Ma è una goccia nel mare: soprattutto quello che si chiede il Comitato è che fine abbiano fatto i 10 milioni di euro finanziati da Aler nel 2009 per la manutenzione, la revisione degli impianti elettrici, di citofoni e ascensori, e l'installazione di nuove canne fumarie. Un finanziamento in virtù del quale Aler a giugno 2012 ha presentato il progetto in sede Europea ottenendo un ulteriore finanziamento.
Poi, a dicembre 2012 “il Comitato ha saputo, non da Aler, che i i 10 milioni di euro non ci sono in quanto frutto di “previsioni” non verificatesi. Ma se c’erano a giugno 2012, tanto da portare il progetto in commissione europea, dove sono finiti se a dicembre 2012 sono spariti?” denuncia il Comitato.
Un atto grave, nei confronti di un quartiere che aspetta da anni la possibilità di condizioni di vita migliori, a cui è seguito l’interessamento del Comune, attivatosi per ottenere la designazione di 7 milioni di euro, fondi derivanti dal ricavato che Aler avrebbe per oneri di urbanizzazione da privati. “Una cifra ampiamente insufficiente – il preventivo attuale è salito a 18 milioni di euro - senza date certe di disponibilità per un quartiere dove anche la manutenzione ordinaria lascia molto a desiderare da decenni” sottolineano i residenti.
Nel frattempo, le occupazioni aumentano costantemente soprattutto nel fine settimana per l’assenza dei custodi, e sono stati pressoché sospesi gli sgomberi in fragranza di reato da oltre un anno. “A favore di chi? Dei regolari assegnatari e persone per bene?” si domanda il Comitato.
Quello dell’abusivismo è l’altro grande nodo su cui si giocano le sorti del quartiere, dopo la manutenzione edilizia: all’ordine del giorno denunce, richieste d’intervento, segnalazioni di aggressioni, di minacce e vessazioni da parte di abusivi che “gestiscono” il quartiere con intimidazioni, affittando gli appartamenti vuoti. Una vera e propria gestione delle occupazioni con relativo tariffario. Una situazione in peggioramento nonostante si sia recentemente fatto un esame di oltre 40 occupazioni storiche incrociando i dati in possesso dei Servizi sociali, e Cormio abbia scritto una lettera a prefetto e questore con la richiesta di dar vita ad un gruppo distaccato di agenti di forze dell'ordine dedicato agli sgomberi.
Ad oggi nulla è cambiato, al Quartiere Salomone, tanto che il Comitato di Quartiere ha deciso di ritirarsi dal “Tavolo di Lavoro” istituzionale, ritenendolo “purtroppo, ormai inutile e superato. Attende una sollecita convocazione da parte del Sindaco di Milano Pisapia, congiuntamente con gli assessori competenti, il Questore e il Prefetto per chiarire e definire il futuro del quartiere e degli oltre mille cittadini che vi abitano.
Riteniamo tale situazione una grande sconfitta civile, del diritto, della democrazia e della partecipazione e collaborazione tra cittadini e istituzioni”.
A.Pozzi