La decisione di Giuliano Pisapia di non correre per un secondo mandato ha posto inevitabilmente la questione primarie nell'agenda politica di un centrosinistra milanese solo apparentemente compatto sulla necessità di avviarsi sul percorso che porta alle amministrative del 2016 scegliendo il candidato sindaco attraverso uno strumento che, nonostante i suoi limiti, è entrato ormai nelle corde dell'elettorato.
La preoccupazione di alcuni è che rispetto a quelle dell'autunno 2010, le prossime potrebbero rivelarsi una sorta di investitura per un candidato "calato dall'alto" con un corollario di polemiche che potrebbero spaccare un centrosinistra già meno unito rispetto a cinque anni fa. Recuperare lo spirito di allora, ancor prima di confrontarsi su tempi e regole, dovrebbe essere la priorità, con la consapevolezza che la posta in gioco è assai più alta della definizione dei pesi all'interno di partiti e schieramenti.
Le primarie per le amministrative del 2016 saranno dunque un banco di prova non solo per il consolidamento di un metodo di scelta dei candidati al quale difficilmente gli elettori del centrosinistra rinuncerebbero, ma per quell'idea di partecipazione che dal 2011 ha cambiato il segno della politica milanese e che non può essere sacrificata.