Fino all'11 settembre Palazzo Reale ospita una mostra fotografica dedicata ai 60 anni dell'Espresso
Dieci sezioni tematiche, che spaziano lungo una cronologia non lineare e conducono il visitatore in un viaggio lungo sessant'anni: quello de “l’Espresso”, che fin dal suo esordio nel 1955 scelse come segno distintivo l’immagine – quasi sempre d’autore – per raccontare l'Italia e il mondo, la Storia e le storie. Quella che da oggi è in mostra a Palazzo Reale è una selezione, neanche troppo piccola, delle fotografie appartenenti all'archivio de “l’Espresso”. |
Ci sono gli anni del boom, quelli in cui nasce il giornale, periodo della ricostruzione, della scoperta di automobile e tv, epoca di grandi emigrazioni dal Sud al Nord, documentata in maniera incisiva da Ferdinando Scianna. Ci sono, immancabili, gli anni di piombo, con la protesta giovanile che esplode nelle università e per le strade: il movimento hippie, gli spari a Milano in scatti celebri di cui quasi tutti hanno memoria, ma che forse ai più giovani risultano nuovi, e per tanto più preziosi. E ancora le battaglie per i diritti civili, dal divorzio agli ospedali psichiatrici, passando attraverso l'aborto e le ondate xenofobe in Europa. Misteri e scandali d'Italia, il paese delle mafie, con le splendide immagini di Letizia Battaglia e Toni Gentile, da Cosa Nostra fino a Mafia Capitale; e poi Mani Pulite, i movimenti antisistema, l'antipolitica. 450 immagini, molte originali ed esclusive, scattate da maestri della fotografia e notissimi reporter: da Mauro Vallinotto a Gilles Caron, da Letizia Battaglia a Nick Ut; e poi Uliano Lucas, Massimo Vergari, Angelo Palma, Franco Zecchin, e le firme di vecchie agenzie scomparse come Sygma, Gamma, Grazia Neri o ancora attivissime come Magnum, Contact Press, Agence VU.
Un'occasione imperdibile per rivedere, riemerse dagli archivi, foto storiche stampate appositamente per il settimanale, come quelle di Dana Stone, grande reporter di guerra, ucciso a 32 anni dai khmer rossi dopo aver documentato gli orrori del Vietnam e della Cambogia; il “dietro le quinte” del cinema italiano degli anni Sessanta; quelle più recenti scattate da Massimo Sestini nel mare di Lampedusa, da Alex Majoli subito dopo la strage del Bataclan e da Andrea Jemolo per l’Expo di Milano; o ancora i grandi servizi dei giovani fotografi che oggi lavorano per “l’Espresso” come Paolo Pellegrin, il premio Pulitzer Manu Brabo, Fabio Bucciarelli, Simone Donati, Gianni Cipriano.
Per l’esposizione a Palazzo Reale è stata aggiunta una sezione dedicata interamente a Milano Capitale, un viaggio attraverso i nomi che l’hanno fatta grande in una evoluzione culturale, politica, sociale ed urbanistica a partire dagli anni Cinquanta sino al successo dell’Expo di Giuseppe Sala e Giuliano Pisapia.
La mostra resterà aperta al pubblico dal 12 luglio all’11 settembre 2016
Ingresso gratuito
Orari:
lunedì 14.30 - 19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 - 19.30
giovedì e sabato 9.30 - 22.30. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Info:
http://www.palazzorealemilano.it