Salta ancora il confronto coi vertici dell'azienda. E la situazione sembra sempre più ingarbugliata

Scoppiato il 10 ottobre scorso con l'arresto dell'assessore regionale alla Casa, Domenico Zambetti, il caso Aler ha avuto una nuova battuta a vuoto questa settimana, con la mancata audizione dell'Organismo di vigilanza dell'azienda delle case popolari a Palazzo Marino.
Ma, nonostante ci fosse molto da discutere, il confronto non c'è stato, ed anche quello previsto per mercoledì 4 febbraio è saltato. L'incontro era stato chiesto dal Pd, che tra le altre questioni aveva denunciato l'assunzione in Aler di Orazio di Chiano, già condannato e vicino al clan dei Morabito. La capogruppo del Pd Carmela Rozza aveva rincarato la dose, chiedendo l'azzeramento dei vertici dell'azienda, anche considerando la vicina scadenza del Cda di Aler, a inizio aprile. All'audizione in Commissione consiliare Casa si era detta disponibile Maria Rosaria Ciafrone, membro dell'organismo di vigilanza di Aler, che ha però dato forfait all'ultimo momento. Assenza arrivata dopo lo stop da parte dei vertici di Aler: il presidente Loris Zaffra e il presidente dello stesso Organismo di vigilanza Beniamino Lo Presti, secondo i quali la presenza di un solo componente dell'organo di vigilanza sarebbe stata in violazione delle norme dello stesso organismo.
Questioni tecniche che però hanno tutte un risvolto politico. Il presidente della Commissione Casa Lamberto Bertolè ha definito "inaccettabile l'indisponibilità ad un confronto nel luogo ad esso più opportuno”, ed ha mostrato la serie di inviti rivolti ai vertici Aler in questi mesi, tutti disattesi. Carmela Rozza ha parlato di “sfregio al Consiglio comunale”, bollando come “bizzarra l'assenza in un confronto pubblico che prescinde dai risvolti penali”.
Dall'opposizione, le critiche alla maggioranza per aver convocato una commissione a vuoto, e le accuse, rivolte dal consigliere Pdl Fabrizio De Pasquale, di voler portare i vertici Aler ad un 'processo' la cui sentenza di colpevolezza per la mala gestione sarebbe già stata scritta dalla maggioranza. Ma forse anche dai fatti.
In una situazione che sembra completamente polarizzata, c'è anche chi, suo malgrado, sta nel mezzo. Luca Beltrami Gadola, nominato dal Sindaco come rappresentante del Comune nel Consiglio di Amministrazione di Aler, si è presentato in Commissione consiliare a titolo personale, “per mettere in chiaro di non volersi sottrarre al confronto col Consiglio Comunale”. Sempre in settimana Beltrami Gadola aveva messo a disposizione il suo mandato, rispondendo così alla richiesta di dimissioni dei vertici di Aler fatta dal Capogruppo del Pd.
Rimandando ogni esposizione ufficiale a settimana prossima, quando dovrebbero finalmente intervenire anche il Presidente e il Direttore generale di Aler, Beltrami Gadola non ha però rinunciato ad esporre il suo punto di vista, già peraltro espresso nella lettera inviata al Sindaco. “Il dibattito su questi fatti, peraltro gravi, sposta l'attenzione dal reale problema dell'azienda, che è quello patrimoniale. Ai canoni attuali, l'ente è destinato a morire per mancanza di fondi”, ha osservato Beltrami Gadola, ricordando che già nel Cda di Aler – che nel frattempo ha deciso di trasmettere alla Procura gli atti relativi anche all'assunzione di Di Chiano e ne ha deciso il licenziamento – “si è concordato di presentare una relazione finale del quinquennio di gestione, cosicché tutti conoscano la situazione patrimoniale dell'ente”.
È proprio quanto chiede Carmela Rozza, che vuole sia reso conto di come vengono spesi i 52 milioni di euro che ogni anno il Comune paga ad Aler per la gestione del proprio patrimonio di case popolari.
Claudio Urbano