Non sono finiti i festeggiamenti ed è iniziata la lotta per conquistare i posti di comando per la gestione dell’Esposizione universale

Gioia ed orgoglio hanno coronato la tenacia che in questi mesi aveva caratterizzato la faticosa competizione con Smirne. Tenacia, forse, figlia della consapevolezza di dover vincere a tutti i costi la gara per rivendicare il suo ruolo guida anche all’interno della sua stessa maggioranza.
Per far questo, è quasi certo, avrà bisogno dei poteri speciali che il nuovo governo, sia esso di destra o di sinistra, difficilmente negherà.
Già nell’ottobre del 2007 il Presidente del Consiglio Romano Prodi aveva nominato il Sindaco “Commissario delegato per la predisposizione degli interventi necessari alla miglior candidatura della città” e aveva scritto al Bureau International des Expositions che in caso di vittoria italiana sarebbe stato pronto a concederle carta bianca in quanto a infrastrutture, urbanistica e arredo urbano.
Così, già all’indomani del verdetto, il Governo ha ribadito la fiducia nei confronti del Sindaco accordando la proroga di 3 mesi del Comitato Expo nato l’anno scorso sotto la presidenza del Sindaco stesso per la candidatura di Milano.
Da Comitato promotore a Comitato realizzatore; in 90 giorni bisognerà eleggere la Società che organizzerà la grande kermesse, selezionando professionisti, manager, costruttori, investitori. Tra le ipotesi, quella di un’unica azienda sul modello Toroc di Torino –che ha gestito le Olimpiadi invernali del 2006– o la creazione di una holding di diverse società organizzative.
Oltre alla Società, sarebbe in arrivo una legge speciale per gli investimenti e i finanziamenti pubblici e una legge regionale che vedrebbe coinvolti i comuni limitrofi nell’approvazione delle opere da realizzare, indispensabile secondo il Presidente Formigoni per permettere al governo lombardo di essere più efficiente e meno burocratico nel portare avanti il progetto Expo. Nonché per recitare anche dai piani alti del Pirellone un ruolo rilevante.
Infine è prevista l’elezione di un super manager in grado di coordinare la macchina Expo. I nomi più gettonati sono quelli di di Paolo Glisenti, fedelessimo del Sindaco e segretario generale del Comitato Expo, di Stefano Parisi, ex direttore generale di Confindustria e di Sandro Bicocchi, amministratore delegato di Fiera International.
Con la vittoria, dicevamo all’inizio, il nostro Primo Cittadino ha già ipotecato l’attribuzione dei poteri straordinari da parte del Governo. C’è addirittura chi ha proposto di attribuirle un “ministero settennale” per la gestione dell’intero evento, capace di darle garanzia di immunità rispetto ad eventuali intromissioni politico-amministrative.
Questo forse non accadrà, ma è indubbio che il Sindaco, all’apice della sua popolarità, con i poteri straordinari su infrastrutture, urbanistica e decoro urbano potrà avere ampissimo raggio d’azione sulla conduzione dei lavori. Starà al Sindaco essere in grado di gestire tutta la partita in maniera efficiente, evitando di replicare il clamoroso insuccesso del predecessore Albertini (nominato nel 2003 Commissario speciale per il traffico dall’allora Premier Silvio Berlusconi e artefice del contestatissimo piano di proliferazione di parcheggi nella nostra città).
Che a preoccuparsi sia il presidente della Regione Formigoni, però, è piuttosto indicativo.“Il commissario può derogare da alcune norme ma non è dittatore” ha tenuto a sottolineare il Governatore lombardo, lanciando un chiaro messaggio sia a Roma che, soprattutto, a Palazzo Marino.
Finiti i festeggiamenti, insomma, comincia il periodo di limbo e polemiche che traghetterà alla realizzazione vera e propria dell’evento.
Difficile che qualcuno rinunci a salire sulla magica giostra dell’Expo.
Giulia Cusumano