Su Expo i numeri, tra promesse non mantenute -dai posti di lavoro, alle infrastrutture e ai visitatori previsti- e costi via via cresciuti per le casse pubbliche, senza contare poi le inchieste della magistratura, tracciano un bilancio potenziale che lascia poco spazio alle speranze palingenetiche del 2008.
Le casse pubbliche, dicevamo, su cui oggi gravano i costi delle aree che non hanno trovato ancora alcun compratore nemmeno disposto a formalizzare una manifestazione di interesse, e quelli per garantire gli extracosti di pulizia, trasporto pubblico e sicurezza che Milano dovrà affrontare nei sei mesi dell'Esposizione universale. Ameno 220 milioni di euro.
Ma Expo non doveva essere una grande opportunità?