Nell'area ex gasometri in Bovisa continuano i lavori di bonifica e il Politecnico lancia un workshop di progettazione: ma le modalità della rinascita dell'area non sono condivise da tutti
Ne abbiamo parlato infinite volte, l'ultima in occasione dell'avvio dei lavori di bonifica sul primo lotto di 40mila metri quadrati. Come abbiamo raccontato in più occasioni, questo "pezzo di città" è al centro di una partita importante, che vede chiamate in causa forze contrastanti, istituzioni locali e non, privati, e parecchi interessi di natura economica, perché in qualche modo il "bene della città" è sempre e inevitabilmente legato anche a quella dimensione (approfondisci qui). |
Ora, dopo l’avvio sul primo lotto, entro la fine dell’anno partiranno i lavori su un secondo lotto di terreni altrettanto esteso, e nel frattempo il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, l’Ateneo, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, ha dichiarato che promuoverà al proprio interno un workshop di progettazione per l’intero ambito di 800 mila metri quadrati, "per raccogliere proposte di riqualificazione urbanistica che vadano ad arricchire il patrimonio di idee e di conoscenze a partire dal quale si individuerà il futuro di un importante pezzo di città".
Quello che l'area ex gasometri diventerà non è facile dirlo, forse anche perché il piano della riqualificazione è mutato varie volte nel corso degli anni, e a quanto pare c'è ancora spazio per nuove opzioni: “Il Politecnico, i cui dipartimenti e laboratori didattici lavorano da decenni su Bovisa, ha proposto di offrire all’Amministrazione, senza oneri, una serie di scenari alternativi sui quali il Comune in completa autonomia possa costruire la revisione degli strumenti di pianificazione urbanistica dell’area - ha affermato l’assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, Alessandro Balducci, in occasione della presentazione dell’iniziativa al personale docente avvenuta ieri pomeriggio presso l’Aula Magna dell’Ateneo. “Una proposta preziosa, accolta da tempo da Palazzo Marino, per definire nel modo più partecipato e condiviso possibile come trasformare un'area inquinata in una nuova centralità cittadina, capace di ospitare insieme studenti, ricercatori e abitanti del quartiere in un ambiente urbano di qualità”.
Il Comune di Milano e il Politecnico, che sono i principali soggetti pubblici proprietari dei terreni dell’area, rispettivamente per 300 mila e 180 mila metri quadrati, hanno definito un Preliminare d’Intesa per collaborare nell’elaborazione di scenari progettuali secondo le strategie individuate dall’Amministrazione. In particolare: la realizzazione di un parco per la ricerca e il lavoro, che sviluppi il polo universitario e il parco scientifico, cui si affiancheranno funzioni pubbliche legate al tema della ricerca e dello sviluppo economico e sociale (incubatori d’impresa, impianti tecnologici, residenze universitarie, edilizia residenziale sociale); una definizione del verde che, a partire da un grande parco pubblico da 80 mila metri quadrati da collocarsi all’interno del primo lotto di bonifica, costituisca elemento di qualità e connessione tra vecchio e nuovo quartiere; una sistemazione della mobilità che inserisca la cosiddetta Goccia all’interno della rete esistente; la previsione di funzioni private, terziarie e commerciali a completamento dell’offerta di spazi e servizi del nuovo campus e del parco scientifico.
Il quadro d'insieme non è chiarissimo, a partire dal dettaglio di una bonifica che, secondo quanto affermato dall'Assessore Balducci, si fermerà al primo lotto di 80mila mq (la bonifica totale dell'area avrebbe un costo di circa 100 milioni di euro), lotto sul quale attualmente non c'è il vincolo di destinazione a parco.
Ad oggi, la Goccia può ancora essere solo immaginata: probabilmente la gran parte dei cittadini milanesi non ha una reale idea di cosa ci sia dietro quei cancelli dove ora procede silenziosa la bonifica; e di sicuro nessuno ha idea di cosa ci sarà (davvero) tra qualche anno.
A.P.