Continua l’odissea della Biblioteca Europea tra i fondi che non arrivano da Roma e il Comune che non vuole spendere un euro in più

Avevamo già parlato della questione nel giugno scorso, ma, nonostante siano passati già sei mesi, i lavori rimangono fermi e vederli proseguire pare sia un'utopia. Intanto a farne le spese sono gli abitanti della zona, costretti a sopportare una rivoluzione della viabilità per il passaggio di autocarri fantasma e soprattutto un aumento del traffico (l'area interessata è proprio a cavallo tra la circonvallazione della 90-91 e quella della 92-93) in ragione di un progetto da troppo tempo esistente solo su carta.
Dunque che ne sarà della biblioteca? E di tutta quell'area letteralmente smembrata?
Dal Comune, anch'esso impegnato nel progetto, l'Assessore Masseroli afferma che Palazzo Marino ha già fatto la sua parte e che ora spetta al Governo. Ma da Roma la risposta è stata solo di tagli al finanziamento. E lo stesso Presidente della Fondazione afferma “si farà solo se Milano e la Lombardia lo vorranno”.
L’area (e i suoi diritti volumetrici), ancora di proprietà del Comune, sarebbe già dovuta essere ceduta alla Fondazione che, nel giro di tre anni, avrebbe dovuto provvedere alla realizzazione della biblioteca. Ad oggi però nulla è stato fatto, pertanto il terreno rimane sempre di proprietà di Palazzo Marino, sebbene formalmente vincolato alla costruzione della BEIC.
L’Assessore Masseroli continua ad aspettarsi una risposta concreta da Roma, almeno per il 2008, ma è dal 2005 che lo Stato continua a non versare un soldo per la “tanto voluta” Biblioteca Europea.
A quando dunque una presa di coscienza di Palazzo Marino, al fine di chiarire che se ne farà dell’area? Allo stato attuale l’effettività del progetto pare purtroppo rimanere solo su carta.
Sarebbe davvero una grave perdita di tempo e denaro (non se ne è speso poco dal 2001 ad oggi, solamente per il piano di lavoro e smantellamento circa 30 milioni, su una previsione totale di 244) dover scoprire un domani che la BEIC non nascerà sul suolo milanese, dove era stata prospettata la sua costruzione.
L'unica speranza per la continuazione del progetto e l'effettivo avviamento del cantiere rimane l'Expo 2015. Se Milano dovesse prevalere su Smirne, tra i 14 miliardi di euro che pioverebbero sulla nostra città tra le infrastrutture culturali potrà forse rientrare anche la Biblioteca Europea.
A detta di Masseroli, che continua a credere che i fondi per la BEIC siano previsti dalla Finanziaria al vaglio del Parlamento in questi giorni, il Comune non scucirà un euro in più di quanto già speso e aggiunge: “i fondi del Governo sono e rimangono imprescindibili e necessari”.
Non ci resta che aspettare un grosso pacco regalo, mittente “Finanziaria 2009”, sotto l’albero di Natale di Palazzo Marino. Quello che si farà l’anno prossimo, però.
E allora sì, potremmo forse sperare in una BEIC a Milano.
Stefania Clerici