Tra migliaia di emendamenti e le diverse voci del fronte ambientalista, è stata approvata in Regione la legge sul consumo di suolo
Consumo di suolo, un tema caldo, caldissimo, soprattutto nelle ultime ore in cui in consiglio regionale è andata in scena la battaglia per la legge che dovrebbe definirne il contenimento. Qualche dato giusto per capire in che contesto ci si muove: nel 2012 (ultimo anno disponibile) l’estensione del suolo coperto da asfalto o cemento ha raggiunto il 7,3% dell’intera superficie nazionale; a livello territoriale la graduatoria è capeggiata dalle regioni più popolate, come la Lombardia e il Veneto, entrambe col 10,6% (elaborazione effettuata dall’Ufficio studi della CGIA su dati dell’Ispra - Istituto superiore per la Ricerca Ambientale, che valuta la quota di superficie coperta con asfalto e cemento interessata dalla costruzione di edifici, capannoni, strade, infrastrutture, insediamenti commerciali, etc., rispetto alla superficie totale). |
- Dai dati emerge anche, e sembra ovvio dirlo, che le realtà maggiormente interessate dalla cementificazione sono anche quelle che in questi ultimi anni hanno subìto i danni ambientali più pesanti a seguito di allagamenti, esondazioni, frane e smottamenti.
Nel pomeriggio di martedì, prima dell’inizio delle votazioni in merito al progetto di legge, su 3.016 emendamenti presentati, 945 sono stati ammessi. Quelli dichiarati inammissibili erano 1198, di cui 12 vuoti (pagine bianche), ed i restanti 1.186 perché o di contenuto puramente formale, o perché privi di contenuto normativo o perché non inerenti al testo in discussione, oppure perché contenenti frasi sconvenienti. Altri 873 sono stati dichiarati uguali fra loro e quindi anch’essi non ammissibili. Collegati al testo in discussione sono stati poi presentati sei ordini del giorno, 4 da esponenti del Pd e 2 del Gruppo M5S. La seduta è poi proseguita nella notte tra martedì e mercoledì, e il Movimento 5 stelle ha depositato oltre 1000 subemendamenti agli emendamenti presentati ieri dall’Assessore Beccalossi. Intanto le dichiarazioni si sono susseguite a comporre un quadro quantomeno contraddittorio: "Questa è un'ottima legge, molto più restrittiva di quella oggi in vigore. Dire che aumenta la cementificazione è un falso ideologico" ha affermato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, invitando i giornalisti ad andare a controllare i verbali della commissione: "Il WWF ha detto che va bene, lo stesso hanno fatto il Fai e l'Anci. A protestare, semmai, è stata l'Ance, ossia l'associazione dei costruttori". Il Fai (Fondo Ambiente Italiano) ha smentito prontamente e "con vigore" di aver dato esplicita approvazione al progetto di legge dichiarando di aver sempre "evidenziato le molteplici criticità del testo chiedendo al Consiglio di modificarne sostanzialmente i contenuti". E' pur vero però che durante un'intervista l'avvocato Paola Brambilla del Wwf lombardo ha dichiarato che "pur con alcune cose da migliorare, questa legge fissa lo stop al consumo di suolo in una data precisa, ed è un risultato straordinario", e che anche se "ci sono cose che vanno migliorate" sostanzialmente il fatto che fra tre anni si dirà basta al consumo di suolo è assolutamente meritevole. Maroni ha poi ricordato che la contestata questione dei tre anni di tempo per applicare la nuova norma "è stata richiesta dall'Anci. Il nostro testo prevedeva che si applicasse subito - ha spiegato - ma abbiamo accolto la richiesta dei Comuni di dare tempo, al massimo tre anni, affinché possano adeguare i loro Pgt. Nulla però vieta ai sindaci di adottarla subito. Non c'è alcuna 'sospensione' della legge, i Comuni sono sovrani e possono decidere si applicarla subito o adeguarsi entro i prossimi tre anni". Invece per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, nella giornata di martedì il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato tre ordini del giorno: il primo a firma Claudio Pedrazzini (FI) e il secondo, presentato da Giuseppe Villani (PD) sono stati approvati all’unanimità, quello della Lega Nord, a firma Massimiliano Romeo, è passato a larga maggioranza: i documenti sollecitano interventi e risorse aggiuntive da parte del Governo e chiedono un allentamento dei vincoli del patto di stabilità, sostenendo l’azione della Giunta sulla richiesta dello stato di calamità. Priorità viene richiesta alla Giunta per ripensare politiche e strumenti per il ripristino dell’equilibrio ambientale e la sicurezza del territorio.
Al terzo giorno di discussione e alla seconda seduta notturna, poco dopo le 23.30, con 41 voti favorevoli e 27 contrari le legge definita "ammazzasuolo" dall'opposizione è stata approvata: l'ostruzionismo da parte dell’opposizione è cessato "in cambio" dell'accoglimento di alcuni degli emendamenti presentati. Tra le modifiche introdotte, quella chieste dal Pd e Patto Civico di includere nel computo del consumo del suolo le opere sovracomunali come strade e autostrade e quella del M5S per un disincentivare dal punto di vista fiscale chi intende costruire su terreni mai utilizzati. Ridotto poi da 36 a 30 mesi rispetto al testo originario il ‘periodo ponte’ concesso ai Comuni per realizzare le opere contenute in Pgt già approvati.
La maggioranza ha da più parti espresso soddisfazione per il risultato ottenuto, mentre “questa è una brutta legge, il suolo lombardo aveva bisogno di ben altro" dichiarano i capigruppo di Pd e Patto Civico rispettivamente Enrico Brambilla e Lucia Castellano. "Siamo riusciti comunque ad ottenere dei piccoli ma significativi miglioramenti del testo, chiesti a gran voce anche dalle associazioni ambientaliste e dei comuni - spiegano - Grazie ai nostri emendamenti costruire al di fuori dell’area già urbanizzata sarà più oneroso, inoltre strade e autostrade e le infrastrutture sovracomunali saranno inserite nel computo del consumo di suolo. Ma ciò non cambia il nostro giudizio verso un impianto normativo che rischia di favorire un aumento della cementificazione nei prossimi mesi. Il nostro voto rimane convintamente negativo”.
I tre obiettivi principali del provvedimento sono: disincentivi al consumo di suolo, incentivi per la rigenerazione urbana e per il recupero delle aree dismesse, nuovi strumenti per il riallineamento delle previsioni urbanistiche locali ai reali fabbisogni.
La legge approvata si compone di 6 articoli. Nel testo viene previsto uno stop graduale al consumo di suolo per non rimettere in discussione i Pgt approvati dai Comuni, introducendo il concetto di bilancio ecologico del suolo (Bes) per stabilire la soglia di consumo zero. Non potranno più essere autorizzate nuove varianti su terreni agricoli, anche se nel frattempo per 30 mesi saranno salvaguardati "i progetti in essere", destinati poi a decadere con due sole deroghe ammesse: quella per l'ampliamento delle attività economiche esistenti e quella per le opere previste nell'ambito di accordi di programma di valenza regionale. I criteri per misurare il consumo del suolo saranno determinati dal Piano Territoriale Regionale (PTR) e il consumo di suolo potrà essere autorizzato solo se verrà dimostrata, nei PGT comunali, l’impossibilità tecnica ed economica a riqualificare aree già edificate. Per incentivare i Comuni alla rigenerazione urbana, la legge punta alla concessione di finanziamenti regionali con semplificazione procedurale, senza oneri a carico dei bilanci comunali.