La testimonianza di una giovane supplente in una "prima media" di Milano. Dove la parola tolleranza non ha senso perché al di là delle differenze dei tratti somatici i ragazzi si sentono tutti milanesi

Alemanni Marco. “Non c’è, ha la febbre” dice una ragazzina vestita di rosso e con gli occhi a mandorla in seconda fila.
“No, prof, Alemanni ha bigiato, bigia sempre quello lì...” dice un altro dall’ultima fila, alzandosi in piedi. Mentre penso sollevata che nel 2008 si usa ancora il termine “bigiare”, il resto della classe ride e io chiedo silenzio, invano.
Bhayini Raschid. Continuo con l’appello, nella speranza che si calmino. Hanno pur sempre 11 anni, sono piccoli.