Sindaci ancora mobilitati contro l'imposta, ma i prossimi mesi potrebbero riservare amare sorprese

A Milano si sono ritrovati tutti i Sindaci della Lombardia per esprimere nuovamente la propria posizione di netta contrarietà ad un'imposta che di municipale ha poco e che per il momento non riesce ad assumere contorni definiti.
E' infatti di pochissimi giorni fa il dietrofront del Governo che ha accolto un emendamento che chiedeva l'esenzione dal tributo per il patrimonio di edilizia residenziale pubblica dei Comuni che avrebbe prodotto l'esito paradossale per il quale le città che più avevano investito in case popolari più avrebbero pagato allo Stato.
Infatti, un emendamento al decreto legge sulla semplificazione fiscale (in cui è contenuta l'IMU) accolto dalle Commissioni Bilancio e Finanze del senato ha stabilito che a giugno si pagherà un acconto calcolato sulle aliquote base. Entro settembre il Governo dovrà presentare un decreto nel quale saranno stabilite le nuove aliquote e a seguire i Comuni dovranno fissare le addizionali e possibili esenzioni.
Lo spacchettamento dell'imposta in due tranche e le possibili variazioni in corso d'opera tra giugno e settembre sono dovute anche al fatto che secondo molti osservatori il Governo non sa ancora quale sarà il gettito complessivo tanto che potrebbero esservi ritocchi sensibili. Soprattutto se, come ha scritto il Financial Times il 3 aprile (riprendendo il documento riservato "Budgetary situation in Italy" circolato tra i ministri delle finanze dell'Eurogruppo all'ultima riunione di Copenaghen), a causa della recessione, e quindi del minor gettito fiscale complessivo, l'Italia non dovesse centrare l'obiettivo del rientro del deficit promesso per il 2013. Se lo scenario fosse confermato nei prossimi mesi, sarebbe inevitabile un'ulteriore stretta fiscale. Con buona pace dei Sindaci e di tutti gli altri cittadini.
E. P.