Un'indagine realizzata da Mani Tese racconta di come (non) è cambiata la percezione degli italiani sui temi del diritto al cibo dopo Expo
| La domanda è più che legittima: dopo un'Expo dedicata al cibo e alla riflessione su come "nutrire il pianeta", che cosa è cambiato nelle persone in termini di percezione delle tematiche alimentari? E quale il livello di informazione raggiunto dai partecipanti in occasione di un simile evento? Questi interrogativi sono alla base di un'indagine realizzata da AstraRicerche per l’organizzazione non governativa Mani Tese (che da oltre 50 anni è impegnata nella lotta alla fame con progetti di cooperazione allo sviluppo), presentata a Milano ieri alla presenza, tra gli altri, degli assessori Pierfrancesco Majorino e Francesca Balzani (Politiche Sociali e Bilancio). |
Premesso che il campione è di oltre mille intervistati nel mese di dicembre 2015 (a circa un mese dalla chiusura di Expo), dal sondaggio emerge inoltre che oltre la metà del campione ritiene che la Terra sia in grado di nutrire tutta la sua popolazione (57,1%) e per l’82,7% il problema sta nel modello economico che favorisce una parte del mondo rispetto ad altre. Però quasi un italiano su due ammette di sapere davvero poco di fame nel mondo. Il 39% pensa che a soffrirne siano tra 1,6 e 3 miliardi e una persona su cinque non sa nemmeno indicarne un valore approssimativo. Le soluzioni? Il 63% punta sulla riduzione degli sprechi alimentari, uno su tre circa fa scelte elettorali specifiche e il 28% cambia acquisti alimentari. Solo il 10% degli italiani fa pressione sui rappresentanti politici e il 58% pensa che la fame e il diritto al cibo siano affare di player mondiali come Usa, Russia e Cina.
Expo 2015, come si accennava poco sopra, è stata percepita soprattutto come una grande fiera per promuovere prodotti, marche, aziende (33,7%) e e come un momento di informazione sulle produzioni alimentari del mondo (29,6%). Solo il 14% pensa sia stato davvero un momento di riflessione su come risolvere i problemi alimentari. “Mancava un sondaggio che valutasse Expo 2015 come grande evento di educazione dei cittadini. Ci siamo permessi di farlo noi di Mani Tese, ponendo delle domande che finora non erano state fatte e offrendo così un’altra lettura del grande evento”, ha spiegato Valerio Bini, presidente di Mani Tese; mentre Giosuè De Salvo, responsabile Advocacy e campagne di Mani Tese, ha commentato così la ricerca: “Ci hanno colpito l’ignoranza del cosiddetto ‘paradosso della fame’ ovvero gli 800 milioni di persone che soffrono la fame e i 2 miliardi che sono in sovrappeso, entrambi frutto di un sistema agro-alimentare squilibrato; l’incapacità degli intervistati di distinguere tra le soluzioni proposte dall’agro-business e quelle proposte dai movimenti contadini ed ecologisti mondiali; la rinuncia dei singoli cittadini e delle loro famiglie a vedersi come agenti di cambiamento e la delega a risolvere i problemi del mondo ad alcuni Paesi forti che ne determinano le sorti. Per fortuna ci sono due buone notizie su cui lavorare: le ricette orientate esclusivamente al mercato sono considerate superate ed è largamente diffusa la convinzione che fame e malnutrizione sono causate dalla distribuzione impari della ricchezza e delle opportunità”.
Mani tese ha realizzato anche un video che illustra e riassume i risultati dell'indagine.
A.P.