Come l’inverno 2005-2006, anche quella appena conclusa è stata una stagione all’insegna del PM10

I numeri parlano chiaro e in modo inequivocabile e restituiscono non solo la condizione della qualità dell’aria che respiriamo ma anzitutto la dimensione del rischio che corre la salute di tutti.
Dall’1 dicembre 2006 al 29 marzo scorso per soli diciotto giorni il PM10 è stato sotto la soglia dei 50 microgrammi per metrocubo; la media giornaliera del periodo è stata di 94 microgrammi per metrocubo. Un inverno pessimo; se è possibile peggiore del precedente. Eppure sembra che ciò interessi molto poco anzitutto chi dovrebbe fornire risposte ai cittadini, chi dovrebbe tutelarne la salute.
Al di là dei proclami, degli annunci, dei tavoli e dei documenti programmatici, la realtà è quella di un’inazione preoccupante. Anzi si arriva addirittura a classificare l’inverno che ci siamo lasciati alle spalle come “più respirabile” del precedente.
Saremmo assai felici di poterci associare a coloro che sostengono questo inverno la qualità dell’aria sia migliorata rispetto al precedente, ma non possiamo farlo. Secondo i nostri dati ciò non corrisponde alla realtà.
Limitandoci ai numeri: dall’1 dicembre 2006 al 29 marzo 2007 la media giornaliera è stata di 94?g/m3, mentre nello stesso periodo tra il 2005 e il 2006 è stata di 89 ?g/m3, i giorni sotto la soglia dei 50 ?g/m3 sono stati 6 in più lo scorso inverno. Ovvero una situazione del tutto analoga e analogamente drammatica.
Anche il palliativo dello stop supplementare –12 ore anziché 8– alle auto Euro 0 e Euro 1, benché presentato come uno strumento efficace nel ridurre in modo significativo le polveri sottili, si è rivelato un pannicello caldo: proprio dopo l’1 febbraio abbiamo registrato una successione di picchi superiori ai 100?g/m3 che hanno determinato una curva discendente meno accentuata rispetto a quella registrata nello stesso periodo dello scorso anno.
Ciò vuol dire che bisognava far circolare tranquillamente anche i veicoli più inquinanti. No. Vuol dire, se si vuole affrontare seriamente il problema bisogna anzitutto informare i cittadini in modo chiaro e completo, quindi assumere delle decisioni capaci di segnare una svolta, anche simbolica. Altrimenti non solo si mettono in atto misure insufficienti, ma si lascia la situazione nello stato drammatico in cui è penalizzando soltanto quei cittadini che non hanno la possibilità acquistare automobili più recenti e meno inquinanti.