Monta la protesta nella maggioranza contro i limiti agli investimenti imposti dal Governo

Il Governo più “nordista” della storia italiana continua ad essere il più avaro con le amministrazioni virtuose, per la maggior parte settentrionali e guidate dal centrodestra, con il paradosso che i Comuni che potrebbero spendere per il miglioramento dei servizi e investire in infrastrutture si trovano con le mani legate.
Nonostante il Sindaco il giorno in cui non chiede l’allentamento del patto di stabilità si impegni a gettare acqua sul fuoco ostentando sicurezza sul fatto che prima o poi Tremonti cederà almeno un po’, dalla Giunta e dalla maggioranza le voci di protesta si fanno sempre più alte.
Ieri è stata la volta dell’Assessore al Bilancio, Giacomo Beretta, a fronte del rifiuto del Governo a concedere una deroga alla stretta finanziaria ha dichiarato apertamente che l’anno prossimo il Comune romperà il patto di stabilità.
Rincara la dose il Capogruppo del PdL, Giulio Gallera,: “Non ci si può obbligare a scegliere tra ristrutturare le scuole e fare le metropolitane. Il patto di stabilità è insostenibile per Milano.” ci dice mentre si trova a Roma per la riunione straordinaria dell’ANCI convocata proprio per chiedere al governo di rivedere i tetti di spesa per i comuni.
Intanto ieri è stato firmato l’accordo di programma per il prolungamento della linea 1 della metropolitana fino a Monza: 1,8 chilometri, due nuove stazioni e un costo previsto di 206 milioni di euro.
Ma ancora una volta è il patto di stabilità a incombere come una spada di Damocle sullo sviluppo delle infrastrutture: tra l’accordo di programma e l’inizio dei lavori la strada è assai lunga, ed è proprio la mancata concessione da parte del Governo di una deroga al patto di stabilità a proiettare nuovamente ombre sulle linee 4 e 5 del metrò. Un paio di settimane fa sembrava fatta, ma senza un allentamento ai vincoli di bilancio il Comune non potrà accendere i mutui per finanziare la propria quota per le nuove linee della metropolitana.
Ettore Pareti