Dal 17 ottobre al 18 febbraio Milano ospita una monografica sul pittore bohémien
Dopo Caravaggio, a Palazzo Reale arriva un'altra grande mostra: apre domani "Il mondo fuggevole di Toulouse-Lautrec" con oltre 200 opere del pittore bohémien tra dipinti, litografie, acqueforti e gli immancabili 'affiches', la serie dei celebri manifesti, accompagnati dai bozzetti preparatori, che ritraggono personaggi famosi, attori, attrici e il mondo dei locali notturni di Parigi. La mostra, curata da Daniéle Devyck, direttrice del Museo Toulouse-Lautrec di Albi, che ha collaborato con Palazzo Reale, è articolata in sedici sezioni che accompagnano il visitatore nella visione e nell'interpretazione che Toulouse-Lautrec ha dato, attraverso le sue opere, della Parigi dei bassifondi, pur avendo origini aristocratiche. |
"Obiettivo di questa mostra è penetrare con rigore nella sua produzione per farne emergere la reale complessità - ha detto durante la conferenza stampa Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale - e di risollevare questo artista da una critica che per molto tempo lo ha erroneamente definito 'macchiettistico e decorativo', sostenendo che non abbia aggiunto nulla alla storia della pittura". Grande rilievo viene dato anche all'arte giapponese, a cui il ritrattista si rifà spesso sia dal punto di vista formale, come la rappresentazione bidimensionali, i toni puri e contrastanti e le linee sottili visibili soprattutto nei manifesti, che contenutistico, come nel caso dei postriboli che anche Utamaro (la sua serie 'Maison verte' è ospitata proprio all'interno della mostra) raffigurava nelle sue litografie.
Toulouse-Lautrec era "interessato a raffigurare l'essere umano, cercando di renderci l'immagine più profonda", ha detto la curatrice Daniéle Devynck: "speriamo di riuscire a rendere comprensibile l'importanza che ha avuto Toulouse nell'evoluzione dell'arte per arrivare al Novecento". Le opere esposte provengono dalle principali collezioni internazionali come la Tate Modern di Londra, la National Gallery of art di Washington, il Museum of Fine Arts di Houston e molte collezioni private. "La collaborazione con il Museo Toulouse-Lautrec di Albi, che ha concesso moltissimi prestiti, è stata molto importante per ricostruire l'immagine a 360 gradi di chi è stato Lautrec e cosa ha rappresentato come artista innovatore", ha spiegato al termine della conferenza l'assessore ai Beni Culturali, Filippo del Corno, sottolinenando l'importanza "scientifica" di queste collaborazioni e di quelle con soggetti privati, come Giunti e Electa, che si "assumono rischi di impresa, ma che sono molto importanti per i progetti espositivi di Palazzo Reale".
Di suo invece, più che fotografare amava farsi ritrarre. Non è un caso che, nel corso della sua vita, realizzò un unico autoritratto, il “Ritratto di Lautrec allo specchio” del 1880, esposto in mostra. Tuttavia tenne molto a costruire una propria immagine, incaricando gli amici di rappresentarlo in una serie di pose al limite della provocazione, da lui stesso scrupolosamente sceneggiate. A testimonianza di ciò, viene proposta una galleria d’immagini dissacranti che fanno da contraltare a quelle austere e paludate della vita di famiglia.
Chiude idealmente il percorso espositivo la sezione dedicata alle affiche. La modernità di Toulouse-Lautrec non si esprime soltanto nella forma e nei colori utilizzati, ma anche nei contenuti che rivelano una costante attenzione alla vita moderna in tutti i suoi aspetti, dal romanzo best-seller alla moda del ciclismo, divenuto fenomeno di élite, alla raffigurazione di un automobilista alla guida di una delle prime vetture.
Informazioni e prenotazioni: T.+39.02.54915
www.palazzorealemilano.it
www.toulouselautrecmilano.it