'Evitato', per ora, lo sgombero delle case di via Apollodoro con una lettera al Questore

“Le chiedo ufficialmente di non procedere allo sgombero forzoso degli immobili Aler di via Apollodoro occupati dalle ragazze e dai ragazzi del Collettivo Lambretta. Lo chiedo nonostante sappia benissimo che occupare sia illegale e, oggi, sia anche convinto rappresenti una pratica politicamente sbagliata”, ha scritto Limonta al questore. Questo l'esordio della lettera. Ma è nel seguito che si aggiungono motivazioni dal carattere politico che hanno reso ancora più rovente la situazione degli ultimi giorni, e che i ragazzi del Lambretta hanno potuto leggere come un punto a proprio favore.
Alla lettera il questore ha risposto che “le iniziative di ripristino della legalità prescindono dalle dichiarazioni politiche degli amministratori in quanto l’operato della Questura dipende soltanto dal rispetto e dell'osservanza della Legge”. “Le chiedo - ha proseguito il questore - di farsi interprete presso l’Amministrazione Comunale affinché le iniziative dei gruppi di giovani volenterosi vengano tenute in considerazione con la concessione legittima di spazi”. Sgomberare con la forza non piace a nessuno, ha concluso Savina.
Nel frattempo continuano le scintille, come l'occupazione-lampo della vicinissima sede Aler in viale Romagna da parte dei ragazzi del collettivo Lambretta avvenuta martedì, con successivo comunicato stampa infuocato da parte di Aler, relativo alle “aggressioni continue” alle quali è sottoposta come istituto.
Qualche passo avanti concreto forse potrebbe passare da un dialogo diretto tra Comune e Collettivo, come ha auspicato lo stesso Savina. Intanto c'è da registrare il rapporto, definito “non problematico”, tra i ragazzi del Lambretta e la zona: il vicepresidente della Commissione Sicurezza locale di Zona 2, Adalberto Muzio, pur mettendo in chiaro la situazione di illegalità determinata dall'occupazione preferisce sottolineare la necessità che “si arrivi ad una soluzione, auspicabilmente in tempi brevi, per trovare quegli spazi di aggregazione dei giovani che ora mancano”, cosicché, attraverso la partecipazione ad un bando, i giovani possano, appunto, uscire dalla condizione attuale di illegalità.
Trovare spazi e soluzioni per l'esigenza di aggregazione dei giovani è del resto l'orientamento del Comune, da cui ora ci si attende la prossima mossa.
Claudio Urbano