Dopo il Ministero della pubblica istruzione, anche la magistratura boccia la circolare del Comune che vietava l’iscrizione agli asili dei figli dei clandestini. Ma il Comune non ci sta.

La maggioranza non sembra fare marcia indietro nemmeno di fronte alla sentenza della Magistratura che delegittima di fatto la discussa circolare circa l’esclusione dei figli di immigrati irregolari dalle scuole materne.
Motivazioni che non convincono e non persuadono chi, per contiguità politica nei confronti di chi l’ha emessa, continua a difendere l’ordinanza.
E allora è una pioggia di accuse e provocazioni: da Carlo Fidanza, capogruppo di An in Consiglio Comunale, che parla di “magistratura militante”, al vice Sindaco Riccardo De Corato ( ascolta l’intervista), che prevede l’impugnatura della sentenza, passando per Matteo Salvini della Lega ( ascolta l’intervista), che, senza troppi giri di parole, propone di tenere i bambini negli asili ma di rispedire al loro paese i genitori fuorilegge.
La maggioranza sembra immune alle critiche e compatta più che mai nel mantenere la linea stabilita a dicembre.
A chi parla di incostituzionalità, la risposta è sempre la stessa: la legge non stabilisce il diritto alle materne o agli asili nido ma soltanto alla scuola dell’obbligo.
Inoltre l’ordinanza sarebbe coerente con la Bossi-Fini sull’immigrazione, quindi, assolutamente legale e legittima.
Nessun accenno alla Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, che prevede il pieno e completo sostegno dello Stato nei confronti dei minori.
Poco importa poi se a Milano non esistono liste d’attesa e che di posto negli asili ce ne sarebbe.
La questione qui è economica, oltre che politica: perché il Comune, che finanzia le materne e ne rende gratuito l’ingresso ai bambini regolari, dovrebbe pagare per accogliere anche quelli irregolari?
Forse perché, dice Patrizia Quartieri, Consigliera di Rifondazione Comunista ( ascolta l’intervista), “è indispensabile che i bambini, tutti i bambini, abbiano la possibilità di integrarsi nella società in cui cresceranno”.
Forse perché, dicono tutti coloro che da più parti in queste settimane hanno criticato le misure del Comune, le colpe dei padri non devono ricadere sui figli.
Forse perché, in una città in cui circa un quinto degli iscritti all’asilo è straniero, dovrebbe a maggior ragione vigere un regolamento di inclusione e comprensione delle minoranze.
Ma, forse, alla vigilia delle elezioni sarebbe imprudente rinunciare alla linea dura verso i clandestini, una delle carte con cui il centro-destra ha sempre giocato la sua partita per il consenso elettorale.
Giulia Cusumano