Milano fa ancora fatica a comprendere quanto sia diventata pervasiva la presenza della ‘ndrangheta all’ombra del Duomo

Lo scenario criminale descritto dall'autore di "Gomorra" non è altro che il ritratto fedele della realtà milanese e lombarda che forze dell'ordine, magistrati e giornalisti conoscono assai bene, e non da oggi.
Persino noi, nel nostro piccolo abbiamo dato conto, negli ultimi due anni, delle inchieste, dei sequestri di centinaia di beni immobili nella sola Milano e, solo un paio di settimane fa, della scoperta nei cantieri della MM5 dei mezzi di una famiglia della ‘ndrangheta.
Il tessuto economico lombardo, come ha confermato l'ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia presentata il 17 novembre in Parlamento, è pesantemente infiltrato dagli interessi della ‘ndrine che, si può leggere nelle pagine stilate dalla DIA, hanno “influenzato la vita economica, sociale e politica di quei luoghi”. La relazione sottolinea come in Lombardia si sia riscontrato il “coinvolgimento di alcuni personaggi, rappresentati da pubblici amministratori locali e tecnici del settore che, mantenendo fede ad impegni assunti con talune significative componenti, organicamente inserite nelle cosche, hanno agevolato l’assegnazione di appalti e assestato oblique vicende amministrative.”
Dagli appalti pubblici allo smaltimento dei rifiuti, dall'usura alle contiguità con il mondo delle professioni, la ,ndrangheta è divenuta un attore economico di primo piano che ricicla i proventi delle attività criminali tradizionali nell’economia legale ed estendendosi in essa cerca sponde nelle istituzioni.
Coloro che si sono indignati per le affermazioni di Saviano, prima di erigere barricate sulla questione dei presunti rapporti tra esponenti politici e 'ndrangheta -ovviamente presunti e sui quali la magistratura farà luce- dovrebbero preoccupersi della forza raggiunta all'ombra della Madunnina dalle 'ndrine. Una forza tale che ha fatto ritenere a qualche capobastone lombardo che fosse addirittura possibile separarsi definitivamente dalla "casa madre" calabrese.
È proprio questo il dato più preoccupante descritto da Saviano: la 'ndrangheta, presenza radicata e potente da oltre un ventennio in Lombardia, non è più un elemento allogeno, bensì un tratto caratteristico della regione più ricca d'Italia. Con buona pace di quei pezzi delle istituzioni nazionali e locali che voltano la testa dall'altra parte, negano che il problema esista e pensano che per non sentirne più parlare basti turarsi le orecchie e, magari, togliere la cittadinanza onoraria di Milano a Roberto Saviano.
Beniamino Piantieri