Si allarga il fronte dei contrari alla MM4, ma a decidere deve essere la città

Un dibattito peraltro obliquo, fatto di troppi argomenti taciuti e di alcuni che non possono che essere ritenuti pretestuosi.
Due i punti sui quali si concentrano coloro che vorrebbero archiviare i 15 chilometri della linea che dovrebbe collegare Linate a Lorenteggio: la reale necessità strategica dell'opera e i costi.
Sulla reale necessità della quarta linea della metropolitana negli ultimi giorni si sono letti i più disparati pareri, alcuni tecnicamente solidi altri alquanto improvvisati. Da questo punto di vista giova forse fare un salto indietro con la memoria a mezzo secolo fa: quando iniziarono i lavori per costruire la prima linea della metropolitana a Milano, la necessità strategica di quell'opera avrebbe potuto essere messa in discussione ben più di quanto sta accadendo oggi con la MM4. A distanza di decenni ci rendiamo conto che la Linea 1 (come la verde e la gialla) è un'infrastruttura strategica che ha contribuito a plasmare lo sviluppo urbano e l'articolarsi di una parte del proprio tessuto economico. A metà degli anni '50 erano in molti a pensare che della metropolitana si potesse fare a meno. Lo penserebbero anche oggi?
Indubbiamente più motivate le preoccupazione sui costi, sia quelli legati alla realizzazione dell'opera (quasi due miliardi di euro) che di gestione. Questi ultimi graverebbero sulle Casse del Comune per circa 100 milioni all'anno per i prossimi vent'anni. Si tratta di un'ipoteca pesante, che potrebbe diventare difficilmente sostenibile in una fase di crisi economica che sembra non dover finire e di continui tagli ai bilanci degli enti locali. Un'ipoteca che potrebbe essere pagata solo con l'aumento delle imposte locali o con un consistente ritocco verso l'alto delle tariffe del trasporto pubblico. Si tratta di due eventualità politicamente controproducenti.
La vicenda, ormai paradossale, della MM4 riguarda il futuro della città, sia per quanto riguarda le grandi scelte della politica del trasporto sia per ciò che concerne il destino delle sue casse. Per queste ragioni il dibattito in corso va allargato all'intera città. Che sia Milano a decidere essendo informata dei vantaggi, dei rischi e dei costi di ogni scelta; avendo comunque ben presente che una volta si rinuncia ad opere di questa portata passano decenni prima che si presenti nuovamente l'occasione o la possibilità di realizzarle.
Beniamino Piantieri