Le associazioni ambientaliste chiedono l’ampliamento dell’area ecopass.

Allo scadere della sperimentazione annuale avviata tra tante controversie e perplessità, l’Amministrazione comunale si troverà presto di fronte al prevedibile e cruciale dilemma; mantenere o abolire il ticket per entrare in centro città? E nel caso prevalesse la prima ipotesi; in quale forma riproporlo? Lo suggeriscono le associazioni ecologiste: l’ecopass va mantenuto ed implementato. Bisogna estendere l’area interessata, aumentare le tariffe ed includere tutti i veicoli nel pagamento del pedaggio. “L’ecopass è stato il primo vero provvedimento della Giunta in risposta alla piaga dell’inquinamento atmosferico, anche se si è rivelato insufficiente” Ha affermato Marco Volpi, direttore generale di Ambiente Milano.
I motivi della loro “battaglia” sono presto spiegati: 8,2 km quadrati di area ecopass su 40 mila di pianura padana non bastano; nel territorio milanese le emissioni di Pm10 e Pm2,5 dovute ai mezzi di trasporto superano tre volte quelle dovute alle fonti di riscaldamento; la soglia di superamento dei valori di PM10 è stata superata a meno di due mesi dall’entrata in vigore del ticket.
La “lobby verde” avanza la proposta di estendere l’area fino alla circonvallazione esterna, poi azzarda addirittura l’ipotesi di un “super-ecopass”esteso a tutta la Regione. Ovviamente, anche i proponenti sanno che si chiede il massimo per ottenere poco più del minimo.
Parallelamente all’allargamento dell’area e all’inasprimento delle tariffe, le associazioni tornano a picchiare sui noti tasti dolenti e carenti; politiche di mobilità ciclabile, potenziamento del trasporto pubblico ed annessa creazione di corsie preferenziali, pubblicizzazione dei servizi di car sharing e bike sharing, in arrivo -a quanto pare- tra poche settimane.
La prima iniziativa promossa dalla “coalizione antismog” consiste nella consultazione dei cittadini milanesi circa il grado di apprezzamento di ecopass. Un po’ quello che l’Amministrazione aveva promesso di fare, insomma, ma di cui ad oggi non esiste documentazione ufficiale.
Intanto a Palazzo Marino, mentre il centrosinistra sembra appoggiare l’ipotesi di un ampliamento dell’area di “dazio”, tra i partiti di centro-destra prevalgono le ambizioni abolizionistiche. Solo su una cosa sono tutti d’accordo: l’insuccesso del primo anno di vita del ticket.
Non solo l’introduzione dell’ecopass non ha portato miglioramenti dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico. Non ha nemmeno prodotto i risultati sperati in termini economici. La previsione di entrate di 24 milioni è più del doppio dell’attuale incasso del Comune.
Anche il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha recentemente tenuto a precisare come l’ecopass abbia dato a suo avviso “risultati discutibili”.
“Perché invece di bocciare un provvedimento adottato dal suo stesso partito il Ministro non propone o finanzia soluzioni alternative all’emergenza milanese?” ribattono da Legambiente.
Forse perché individuare un antidoto al problema del traffico e dell’inquinamento atmosferico nella città irreversibilmente consacrata all’automobile è difficile, oltre che rischioso. Lo sa bene il Sindaco, che ha combattuto per mesi quasi in solitudine per l’affermazione dell’ecopass e che ora difficilmente potrà tornare sui suoi passi.
Improbabile però che il Primo Cittadino riaccenda la miccia all’interno della maggoranza proponendo un ampliamento dell’area ecopass.
Giulia Cusumano