La parola a cittadini e associazioni sulla questione Navigli
Questa forma di consultazione, attuata in Francia sin dal 1995, si discute in Italia da un paio d’anni e a breve la normativa in merito troverà piena espressione nei decreti attuativi. Dunque, non esistono ancora vincoli ufficiali, ma l’amministrazione del capoluogo lombardo ha ugualmente deciso di aprirsi al confronto con cittadini e associazioni.
A partire da lunedì 11 giugno 2018, sino a settembre 2018 difatti ognuno potrà dire sulla questione Navigli, sia partecipando agli incontri organizzati sul tema, sia segnalando obiezioni o progetti mediante il sito.
La guida delle operazioni è stata affidata ad un vero e proprio esperto, Andrea Pillon. Scelto tramite un bando pubblico, il torinese ha partecipato attivamente alla definizione della normativa sul Dibattito. Nell’ambito della discussione milanese svolgerà il ruolo di garante e coordinatore.
La riapertura dei primi 5 tratti dei Navigli avrà, d’altra parte, un forte impatto sulla fisionomia della città, esigendo di conseguenza una “modificazione delle abitudini dei cittadini”, secondo le parole dell’Assessore alla Partecipazione e alla Cittadinanza attiva Lorenzo Lipparini.
Il progetto realizzato dalla squadra diretta dall’Architetto Antonello Boatti interesserà infatti nodi centrali della viabilità milanesi; non da ultimi Via Melchiorre Gioia (da Via Cogliero a Via Carezza) e Via Francesco Sforza.
Si tratterà quindi di un cambiamento notevole che andrà però di pari passi con una rieducazione dei cittadini a tema ecologico. Fondamentale infatti nel progetto la realizzazione di piste ciclabili lungo i corsi d’acqua dei Navigli e l’incremento di zone verdi, oltre che il ruolo del trasporto pubblico con l’apertura del nuovo tratto della M4.
La documentazione dettagliata del progetto è già disponibile sul sito dedicato al Dibattito Pubblico e sarà esposta inoltre a Palazzo Marino durante tutto il periodo della consultazione.
Ulteriori chiarimenti saranno poi forniti nelle prossime tappe di discussione, che si terranno nei luoghi della riapertura. Al centro vi saranno non solo le questioni sulla realizzabilità dell’opera, ma anche sui dati relativi a costi, benefici e traffico raccolti durante i 5 anni che hanno preceduto il progetto.
L’intento è quello di rendere “agibile il servizio a tutti nei luoghi e nelle forme”, sempre secondo quanto dichiarato da Lipparini. In questa prospettiva l’incontro di lunedì 11 giugno in Sala Alessi può essere considerato un successo, poiché ha registrato la “significativa presenza di molti cittadini sia favorevoli che contrari”
Il Dibattito prosegue però sul web: il sito dedicato offre infatti non solo la possibilità di visualizzare una fotografia della futura Milano, ma anche di contribuirvi attivamente con commenti e osservazioni riguardanti i documenti pubblicati. Mediante i “Quaderni degli attori” associazioni e categorie interessate potranno inoltre sottoporre ai concittadini e all’amministrazione comunale i propri progetti.
Le associazioni locali saranno coinvolte anche nell’organizzazione di eventi informativi. In particolare Legambiente, secondo le dichiarazioni di Barbara Meggetto, presidentessa della sezione lombarda, entrerà attivamente nel Dibattito, soprattutto riguardo ai luoghi della Martesana, nei quali opera da anni.
“Il dibattito è ancora all’inizio. Per ora non siamo ancora entrati in scena, ma lo faremo presto, vivendo un confronto diretto con l’amministrazione e con i cittadini” ha fatto sapere la Meggetto.
L’interesse dell’organizzazione ecologista è difatti molto elevato e gli intenti di collaborazione e di miglioramento si allineano alla perfezione col clima d’ascolto del Dibattito Pubblico.
In particolare Legambiente è interessata alla risorsa rappresentata dai canali sotterranei. Si tratta di un reticolo più di 200 Km che richiede uno “studio complesso ed un piano strategico di bonifica”, sempre secondo la presidentessa dell’associazione.
“Sarà necessario investire i navigli di una valenza multifunzionale, non solo architettonica” ha confermato Lorenzo Baio, responsabile delle Acque per Legambiente. A fronte di un investimento così cospicuo, sarebbe difatti un peccato “risolvere soltanto una questione paesaggistica”.
Milano ha difatti secondo Legambiente le potenzialità per diventare “un modello di sostenibilità e di gestione delle acque”. È quindi imperativo trovare la soluzione più idonea.
La summa del Dibattito sarà poi ricostruita da Pillon, in modo da costituire un elemento utile per arricchire il piano di Boatti. L’architetto si è dimostrato soddisfatto della presentazione del progetto dell’11 giugno e appare fiducioso per gli esiti delle consultazioni decentrate e per i prossimi apporti dei cittadini.