A Palazzo Marino maggioranza e opposizione si muovono insieme contro l’aumento degli affitti delle case popolari

Se finora Palazzo Marino non se l’era sentita di rendere attuativo il provvedimento del Pirellone, lo scorso 3 novembre il Consiglio ha accolto la mozione congiunta presentata dai consiglieri Rozza (PD), Vagliati (FI), Osnato (AN), Ciabò (FI).
“Gli emendamenti proposti –spiega la Consigliera comunale del PD, Carmela Rozza– vanno nel senso di ristabilire il principio di equità (chi più ha più paga), portando a 42mila euro la soglia di decadenza ad inclusione di quei nuclei di classe media che garantiscono mix sociale, primo antidoto contro il degrado e la ghettizzazione, e ritorni importanti e sicuri per la proprietà”.
Una misura che in seconda istanza permetterebbe di abbassare sensibilmente i coefficienti di calcolo dei canoni riducendo gli oneri e ripartendo in modo più equilibrato la pressione sui locatari. Infine, per ciò che concerne i criteri di definizione dei canoni sulle classi di reddito Isee, la proposta punta a considerare reddituali solo le proprietà immobiliari che rientrano nel raggio di 70Km dalla residenza, per ovviare a eventuali asimmetrie con i cittadini stranieri di cui è impossibile di fatto accertare la quota patrimoniale dei possedimenti in terra d'origine e che godrebbero così di una condizione di vantaggio.
Accade dunque che maggioranze omogenee (Comune e Regione), solitamente a braccetto, dissentano ora esplicitamente, nero su bianco, su una questione dall'impatto immediato e che coinvolge via posta e via conto corrente il 10% della cittadinanza milanese.
Nei prossimi giorni la palla passa alla Regione che dopo aver ascoltato in sede ufficiale le proposte dei consiglieri di Milano, prima della fine dell’anno dovrà discutere eventuali modifiche.
F.D.