Dopo le ultime dichiarazioni a Palazzo Marino la tensione è salita più della colonnina di mercurio, soprattutto all'interno della maggioranza, dove i dubbi non sono più solo quelli manifestati apertamente dall'ala che da sempre è stata più critica nei confronti dell'Esposizione universale, ma anche all'interno del PD, dove le richieste di trasparenza -non foss'altro perché Expo spa è per il 90% delle quote una società pubblica- ormai si fanno sempre più insistenti anche a fronte dei numeri ufficiali, che se letti con un pizzico di attenzione, non lasciano presagire nulla di buono.
Sembra certo che nei prossimi giorni saranno in molti all'interno del Consiglio comunale a chiedere apertamente un quadro finalmente chiaro sia sul numero di ingressi, sia, soprattutto, sul numero e tipologia di biglietti venduti, anzitutto per quantificare l'incasso realizzato fino ad oggi.
Se da parte dell'opposizione è facile intuire che si tratta di una ghiotta occasione, da parte della maggioranza c'è la consapevolezza che la mina di conti che non tornerebbero va disinnescata quanto prima e soprattutto a distanza di sicurezza di una campagna elettorale che si preannuncia già abbastanza difficile senza l'ipoteca di un'Esposizione universale i cui benefici sono sempre meno evidenti, come dimostra l'insofferenza di ristoratori ed esercenti.